[dropcap size=big]Q[/dropcap]ui a Palermo è considerato “Il Direttore” per eccellenza, Giorgio Perinetti. Cambiano gli anni, le stagioni, i presidenti, ma lui c’è sempre. E soprattutto risponde presente, con i fatti che stanno lì a dimostrarlo. Perché tre promozioni con altrettante gestioni societarie diverse non si ottengono per caso. Frutto di un lavoro costante, capillare, con la massima cura di ogni minimo particolare. E se questo Palermo adesso va a mille, al di là di ogni oltre più rosea previsione, buona parte del merito non può che andare a chi ha messo su questa macchina perfetta già dalla scorsa stagione, affidandosi a validi collaboratori che adesso hanno perfino assunto incarichi importanti in società. Perché i progetti portanti avanti dall’ex direttore sportivo rosanero, dati alla mano, hanno sempre portato risultati vincenti, a 360 gradi.
Il “suo” Palermo si trova a ridosso dell’Europa League. Sorpreso di vederlo così in alto?
“Sinceramente non mi aspettavo di vederlo così in alto, in quelle posizioni. Dopo un’estate un po’ turbolenta, è prevalsa la linea di totale fiducia al gruppo storico, alla vecchia guardia. E conoscendo bene l’alto spessore umano di determinati giocatori non mi meraviglio poi più di tanto del rendimento che stanno avendo”.
C’è qualcuno in particolare della rosa che l’ha colpita particolarmente per i progressi fatti?
“Senza dubbio Dybala. Ha avuto in brevissimo tempo un’esplosione clamorosa, davvero incredibile. Sta avendo un rendimento straordinario che non era sicuramente preventivabile ad inizio stagione”.
A proposito di Dybala, pensa che esista ancora la possibilità di vederlo magari un altro anno a Palermo?
“Non credo ci sia alcuna possibilità, Dybala a giugno andrà via perché avrà voglia di misurarsi in altri contesti. Rientra nella logica del mercato attuale. Ormai i giovani talenti hanno l’ambizione di calcare nel più breve tempo possibile palcoscenici importanti, prestigiosi. E i loro agenti spingono affinchè vengono soddisfatte determinate situazioni. Per tutto un insieme di concause, sia sportive che economiche, l’argentino lascerà Palermo”.
Zamparini, quindi, dovrà rassegnarsi a questo punto. Come valuta questo attrito creatosi con il giocatore?
“Il presidente ha investito una somma importante per Dybala e capisco il suo disappunto per il mancato rinnovo di contratto. Si affeziona molto ai suoi giocatori e non si aspettava di certo questa reazione ma purtroppo sono queste le dinamiche del calcio di oggi. In ogni caso lui è stato molto bravo ad anticipare la concorrenza di club come Juve e Inter quando lo prese e adesso raccoglierà i frutti del suo investimento”.
Per un Dybala che parte, c’è forse un Vazquez che resta. Ritiene che in questo caso le cose possano andare diversamente?
“Se arriva un’offerta corposa anche Vazquez potrebbe partire. Tutto dipenderà dalle proposte che arriveranno. Il problema adesso non è trattenere certi giocatori ma venderli al momento opportuno e pensare fin da subito a trovare i giusti sostituti”.
Sente ancora il presidente?
“Sì, ogni tanto ci sentiamo. Tra noi c’è cordialità. Sono rammaricato per aver lasciato Palermo soprattutto per due motivi: il primo per il progetto che avevo impostato, con determinati collaboratori scelti, tra cui proprio l’attuale direttore sportivo Baccin, voluto da me. E poi perché mi era stato detto che sarei rimasto, almeno un altro anno, dato che Ceravolo si sarebbe dovuto occupare dell’attività di scouting. Ritengo che non era ancora finita la mia esperienza, si poteva andare avanti”.
Spera di tornare un domani pertanto.
“Più che sperare dico che quando Palermo mi ha chiamato ho sempre risposto presente. Ho trascorso diverse annate qui, rinunciando anche alla Serie A quando la squadra si trovava in C. Ho ottenuto tre promozioni con tre presidenti diversi, ho dato e ricevuto tanto. C’è un legame e un senso di appartenenza a questa società davvero speciale. Mi farò sempre trovare pronto, quindi, nel caso in cui dovessero chiamarmi”.
Momento pronostico. Considera il Palermo pronto per un posto in Europa League?
“L’obiettivo primario della stagione era la salvezza ed è stato ampiamente centrato. Adesso i giocatori dovranno scendere in campo liberi, con la mente sgombra, senza avere assilli. Vivere alla giornata, partita dopo partita. Sognare non costa nulla”.
Per la sfida di domenica all’Olimpico contro la Lazio invece cosa prevede?
“Mi auguro di assistere ad una bella partita, dato che sarò presente allo stadio. Prevedo una gara aperta, dove può succedere di tutto”.