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Quando i fotografi vanno in bianco … e nero

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I fotoamatori Franco Alloro, Elio Avellone, Toti Clemente, Salvo Cristaudo, Giorgio Gambino e Pino Sunseri, che hanno deciso di esporre insieme, non sono solamente legati da una pluriennale amicizia e dall’adesione alla U.I.F. (Unione Italiana Fotoamatori), ma anche da tante esperienze che risalgono ai tempi della fotografia analogica e della camera oscura.

Il progetto espositivo, nato dal desiderio di valorizzare i criteri compositivi e gli aspetti tradizionali dell’immagine fissa, li ha portati a decidere di proporre, in questa occasione, solamente stampe in bianco e nero con lo scopo di sottolinearne l’eleganza, il fascino e tutte le altre caratteristiche.

Infatti, osservando una fotografia senza la variopinta distrazione dei più improbabili accostamenti cromatici, riusciamo a cogliere con maggiore esattezza dei particolari e a percepire delle sensazioni che altrimenti ci avrebbero lasciati indifferenti.

Spesso, dunque, l’assenza dei colori non impoverisce un’immagine né l’emozione che essa suscita. Anzi, come l’estimatore della musica classica ama ascoltarla ad occhi chiusi per cogliere ogni sfumatura sonora, così le fotografie in bianco e nero ci rivelano la natura nascosta e i contenuti misteriosi della realtà colta attraverso l’obiettivo. In effetti, da qualche tempo, si ricorre sovente ad un accorgimento digitale che, in fase di post-produzione, provvede a desaturare cromaticamente le immagini ottenendo facilmente un gradevole risultato, tuttavia, coloro che hanno effettuato i loro scatti anche su una pellicola sono ancora in grado, già nel momento dell’inquadratura, di “pensare” le immagini in una scala di grigi che, come suggerisce il sistema zonale attribuito ad Ansel Adams, vanno dal “bianco pulito” al “nero profondo”.

I cinque scatti esposti da ciascun autore, per non apparire come se si trattasse del confronto tra le loro “mini personali”, non vengono presentati allineati ordinatamente, ma mescolati, in una alternanza ragionata, per niente casuale. A margine dei lavori esposti appare, logicamente, il nome che ne individua l’autore.

Tutte le opere risultano alquanto significative e sono sufficienti a mettere in evidenza la tecnica, l’esperienza ed il senso estetico che sono propri dei fotoamatori creativi.

Com. Stam.

 

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