“Risorsa inestimabile”, “patrimonio unico al mondo”. In tanti modi l’arte e la cultura italiane sono abitualmente definite, come qualcosa da cui ripartire verso un futuro di benessere. Più passa il tempo, però, e più sembra che di tutta questa bellezza non sappiamo cosa farne: a spiegare quanto e come stiamo sbagliando è Emilio Casalini, giornalista di Report, autore del libro inchiesta ”Fondata sulla bellezza”. La rotta da seguire sembra semplice, per non dire banale: paesaggio, storia, opere d’arte, tradizione enogastronomica, clima. Il problema però resta capire come farli fruttare. Casalini non ha dubbi che dalla crisi possa nascere qualcosa di buono: la bellezza è nel nostro dna, perché l’abbiamo ereditata, e nonostante facciamo poco o nulla per produrne altra. ”Coinvolgere politica e società civile in un percorso identitario sulla bellezza”, indicando come primo intervento ”l’inserimento nella Costituzione di una premessa che indichi ciò che ci caratterizza, la bellezza”.
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