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Il bullismo è aggravato dalla diffusione dei social network. Favorevole o contrario?

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Pescara, 30 maggio 2018: questa settimana, sul sito ProVersi.it, è apparso un approfondimento sul bullismo e sui suoi rapporti con le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Fenomeno profondamente radicato e dalla portata mondiale, il bullismo può avere diverse manifestazioni e diversi mezzi attraverso cui propagarsi. I social network, e Internet in genere, hanno creato un’ulteriore articolazione del problema, nonché dato vita alla nuova fattispecie del cyberbullismo, che presenta alcune peculiarità: il cyberbullo non ha confini di tempo e spazio e pertanto può essere ancora più invadente.
C’è chi individua la sua causa nella condizione socio-economica di chi attua la sopraffazione e chi richiama aspetti psicologici e sociologici, in un dibattito che vede coinvolti diversi soggetti protagonisti: la scuola, la famiglia e le istituzioni in genere.

Per i favorevoli alla responsabilizzazione dei social network, Internet e le piattaforme in esso presenti aggravano il fenomeno del bullismo e contribuiscono alla creazione di nuove forme di violenza, prevalentemente psicologica. Amplificano i tratti del carattere del bullo, poiché non trova limiti di tempo e spazio, in una rete dove peraltro è difficile trovare una regolamentazione omogenea. Ciò rende necessaria una vera e propria educazione digitale volta ad informare i ragazzi sulle virtù e sui rischi della navigazione on-line, allo scopo di prevenire il fenomeno.I contrari tendono a deresponsabilizzare le nuove tecnologie comunicative, poiché il bullismo non è un fenomeno recente. I social network sono uno dei mezzi attraverso cui l’atto di bullismo può esplicarsi, ma certo non ne sono la causa.

Sulla scia della polemica seguita all’articolo di Michele Serra apparso su “L’Amaca” a fine aprile, si sono creati due fronti: da un lato coloro i quali vedono il bullismo e l’aggressività strettamente correlate alla posizione sociale del protagonista dell’offesa. Sostengono che episodi allarmanti si verificano soprattutto in particolari situazioni, ben circoscritte, in luoghi ad alto disagio sociale e vedono nell’articolo di Serra non un’accusa ma una denuncia.
Dall’altro lato coloro i quali non ravvedono alcuna correlazione tra condizione sociale e violenza. Esistono bulli di bassa estrazione sociale, ma anche bulli “figli di papà” che commettono atti di violenza con ripetitività. Nel caso specifico del cyberbullismo, bulli e vittime sono tutti sullo stesso piano socio-economico. Le ragioni, pertanto, vanno contestualizzate da un punto di vista psicologico e sociologico. Bisognerebbe concentrarsi sul ruolo della scuola e della famiglia, su interventi politici mirati, sulla formazione e l’educazione e agire sulla solitudine e l’autostima dei ragazzi.
Leggi la discussione: http://proversi.it/discussioni/pro-contro/189-il-bullismo-e-aggravato-dalla-diffusione-dei-social-network
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Com. Stam./foto fonte www.proversi.it

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