Economia e Lavoro

Unicredit. In Sicilia levata di scudi dei sindacati FABI, FIRST/Cisl, FISAC/Cgil, UILCA, UNISIN

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Continua l’intensa stagione sindacale in Unicredit, ricca di numerosi interventi di protesta su tutto il territorio nazionale.

Adesso scendono in campo i Coordinatori Territoriali di Unicredit Sicilia FABI   FIRST/Cisl   FISAC/Cgil   UILCA e UNISIN, i quali puntano il focus sulla regione Sicilia, snocciolando come si legge in una loro nota unitaria una serie di dati allarmanti localizzati sull’isola.

“Secondo i dati forniti dall’azienda, – spiegano FABI   FIRST/Cisl   FISAC/Cgil   UILCA e UNISIN, – vi sarebbero state 14 assunzioni, ama a noi risulta invece che le assunzioni in Sicilia sarebbero state solo 5 al polo Direct, più altre 5 in Direzione Generale Polo Palermo”.

In un dettagliato comunicato sindacale distribuito fra i lavoratori, le organizzazioni sindacali denunciano da tempo che Unicredit non guarda alla drammatica realtà lavorativa dei nostri territori e neanche si confronta con quello che il tessuto economico del nostro territorio ha di bisogno, ma che in virtù della riduzione dei costi, il percorso che si sta compiendo è quello dell’abbandono reale del territorio siciliano.

“Se da un lato ci rallegrano i risultati lusinghieri ottenuti anche nel terzo trimestre 2018, e i complimenti dell’Amministratore Delegato, Jean Pierre Mustier – si legge nella nota unitaria – dall’altro ricordiamo che si è pervenuti a questi eccellenti risultati col sangue ed il sudore dei colleghi i quali, nonostante la formazione fatta male, anche durante l’intervallo, l’assenza di riferimenti organizzativi, la saturazione dei portafogli, la violazione diffusa del protocollo sulle pressioni commerciali, l’assenza di ricambio generazionale, nella nostra terra sin dal 2007, continuano con coraggio e dignità a tenere alto il nome della nostra azienda”.

“Rivendichiamo, quindi, a voce alta – concludono nella nota FABI   FIRST/Cisl   FISAC/Cgil   UILCA e UNISIN – il ruolo della Sicilia nell’ottenimento di queste straordinarie performance e chiediamo che l’Isola non venga considerata marginale, ma strategica dalla Banca, che deve da subito dimostrare la volontà di investire sul nostro Territorio, a partire dal turnover del personale, mediante nuove assunzioni. La pazienza dell’uomo ha un limite, e questo limite è ormai stato superato”.

Com. Stam.

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