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FILM: Copia originale ~ Biografia di una biografa

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Strano mondo. Circolano opere originali di nessun valore, ma se qualcuno ha talento sufficiente a riprodurre stile e personalità di autori importanti trapassati e colti – quasi del tutto – nella loro essenza, magari confezionando credibili lettere capaci di creare in esperti, grafologi e collezionisti l’illusoria emozione di avere per le mani dei preziosi inediti, è perseguibile per legge.

Certo, spacciare indebitamente per veri dei documenti copiati o addirittura totalmente inventati è un’appropriazione intellettuale indebita, disonesta, meschina, tuttavia era ciò che a Lee Israel, scrittrice scostante, beona e fallimentare con alcune biografie alle spalle (per esempio quelle su Katharine Hepburn ed Estée Lauder), riusciva meglio, come ebbe modo di scoprire nel 1991, quando, licenziata (correggeva bozze presso un giornale) e sommersa dai debiti, le urgeva guadagnare qualcosa per mantenere sé e la sua vecchia gatta malata. Cominciò ritoccando una missiva autentica per renderla più “appetibile”, poi passò all’accurata produzione di falsi (apparentemente firmati dalla poetessa Dorothy Parker – alla quale attribuì la chiosa che costituisce il titolo in inglese, quel “potrete mai perdonarmi?” che suona a mo’ di richiesta preventiva di pubbliche scuse – o dal commediografo Noël Coward, giusto per fare due nomi) rivenduti per cifre sempre più alte, con la complicità del raramente affidabile compagno di bevute britannico Jack Hock. Un gioco sempre più rischioso, a termine.

Marielle Heller, che esordì con l’apprezzato Diario di una teenager (da noi arrivato soltanto in home video), mette in risalto – se mai fosse stato necessario – le grandi doti della di solito comica Melissa McCarthy, spalleggiata da un Richard E. Grant in gran spolvero. Una commedia venata di dramma (o forse il contrario) che si tramuta in riflessione sulla legittimità dell’inganno artistico (del resto, anche un film lo è), delle sue forme, dei confini entro cui può essere accettato. La protagonista è destinata a raccontare per iscritto la sua esperienza, i motivi che l’hanno condotta a comportarsi in maniera scorretta (coerentemente si spiace eppure non si pente, rivendicando le soddisfazioni arrecate dal suo “lavoro”); il debilitato felino rappresenta un capitolo agli sgoccioli della sua vita, che inevitabilmente ne introdurrà uno nuovo, fresco, rigenerato. Una parte avvizzisce, una sboccia.

Sceneggiatura di Jeff Whitty e Nicole Holofcener, già regista di Parlando & sparlando e Non dico altro. Nel cast, nel ruolo dell’antiquario viscido, pure Ben Falcone, marito della McCarthy, che l’ha diretta più volte.

Copia originale (Can You Ever Forgive Me?, USA, 2018) di Marielle Heller con Melissa McCarthy, Richard E. Grant, Dolly Wells, Jane Curtin, Ben Falcone

Massimo Arciresi

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