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Una legge regionale sugli Ostelli, per favorire il turismo giovanile e scolastico

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AIG plaude all’iniziativa della Val d’Aosta e lancia una campagna per  recuperare il tempo perso dall’Italia rispetto ad altre nazioni europee, e far finalmente  crescere rete, numeri ed economie di un comparto  assolutamente strategico per il futuro del Paese

Roma – Una norma regionale specifica sugli Ostelli, per attrarre in ogni territorio, da nord a sud, la clientela giovanile (ma non solo) e per favorire il turismo scolastico, familiare, sportivo, sociale, e il recupero del deficit strutturale che l’Italia accusa rispetto all’Europa. Ciò, allo scopo di sostenere la mobilità, l’incontro, lo scambio, e per ridare ossigeno all’economia del Paese facendo crescere i “numeri” del settore turistico, che considerato in sé e per il suo notevole indotto, è un grande volano di sviluppo.

Una legge che faccia il paio col progetto “Un ostello in ogni città”, entusiasticamente portato avanti in questi mesi da AIG in concerto con l’ANCI nazionale, per favorire la prospettiva e l’ambizione (ambedue legittime) di veder finalmente crescere la rete di Ostelli per la Gioventù italiani, portandola al livello delle più avanzate nazioni europee, quelle con il welfare migliore, quelle del nord: in testa a tutte la Germania, con i suoi oltre 600 ostelli attivi. Per potenziare la propria dotazione, oltre che con l’ANCI, AIG è solertemente al lavoro con Anas, Ferrovie dello Stato, Demanio, Ministeri, Province, Comunità Montane, Pro Loco, Consorzi.

E’ questa, dunque, la nuova “sfida”, e il nuovo importante obiettivo, dell’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù, che a firma del presidente nazionale Filippo Capellupo, ha scritto a Presidenti e Assessori di tutte le Regioni italiane, per sollecitare l’adozione di una legge ad hoc, sul modello di quella recentemente depositata dal consigliere regionale della Val d’Aosta, Claudio Restano, ex assessore regionale al Turismo, cui AIG plaude, che in un testo di 2 articoli specifica innanzitutto che gli Ostelli per la gioventù devono essere gestiti da soggetti, pubblici o privati, operanti nel campo del turismo sociale e giovanile per il conseguimento di finalità turistiche, sociali e culturali.

Un chiarimento che giustamente sgombra il campo da una ‘deregulation’ senza più limiti, diventata intollerabile nel settore, che vede chiunque pronto ad aprire e gestire un Ostello, senza poter dimostrare alcuna competenza, esperienza, titolarità. Una proposta di legge che, per quanto attiene ai requisiti tecnici, propone poi la giusta semplificazione della dotazione minima di arredi; l’obbligatorietà di una connessione internet nelle zone comuni; oltre vari altri requisiti tipici e imprescindibili perché una struttura di accoglienza possa definirsi esattamente Ostello.

“Alla Valle d’Aosta- ha avuto modo di spiegare Restano nei giorni scorsi – manca la clientela giovanile, dai 18 ai 35 anni. Per recuperare questa fascia di mercato, prendendo spunto da realtà positive esistenti in altre Regioni, ho presentato questa modifica di legge, volta a rinnovare la definizione e le caratteristiche di una tipologia di struttura ricettiva accattivante per un’utenza giovane, ma non solo: l’Ostello”.

In quanto a necessità di recupero di clientela giovanile, va detto che il problema non è comunque solo valdostano. Un gran lavoro occorrerebbe fare, infatti, un po’ dappertutto in Italia, a cominciare, nientemeno che dalla capitale: e sì, perché Roma, per chi non lo sapesse, nonostante turisticamente parlando non conosca crisi, in quanto a presenze giovanili confrontata con le grandi capitali europee come Londra, Parigi, Berlino, Barcellona, batte decisamente la fiacca! Non si dimostra, infatti, all’altezza del suo ruolo, della sua storia, del suo prestigio, della sua offerta culturale. E non riesce, appunto, ad attrarre quanti giovani potrebbe e quanti ci si aspetterebbe, con una mortificazione inaccettabile, moralmente, ma anche economicamente, vera debacle per un’occasione di sviluppo non colta e per nulla favorita.

“E guarda un po’- spiega il presidente di AIG Filippo Capellupo – a Roma non c’è un Ostello… Unica capitale europea in questo, a fronte di Londra che ne ha decine, come Parigi, Berlino, Amsterdam, Madrid. Niente Ostello, allora, niente giovani! Un’equazione che non conosce smentite. A Roma, nonostante i nostri sforzi, non siamo riusciti a trovare alcuna risposta, né alcuna sensibilità da parte delle istituzioni, che nei fatti hanno preferito lasciar andare in rovina scuole, caserme, stabili abbandonati, ma non consegnarli a noi di AIG per assicurare così un’adeguata risposta ai giovani di tutto il mondo che amano Roma e che vogliono conoscere Roma, e per dare futuro alle stesse strutture con la loro messa in opera a favore del turismo giovanile, scolastico, sociale e culturale: una mission che è da sempre squisitamente e peculiarmente nostra di AIG, dal lontano 1945 quando siamo nati come Ente Morale, con tanto di decreto controfirmato da un ‘tale’ Alcide De Gasperi”.

“La carenza di Ostelli, fa coppia con l’atavica carenza di efficaci e intelligenti politiche giovanili – aggiunge il Presidente Nazionale di AIG – col nostro Paese rimasto purtroppo molto indietro sul tema della mobilità, dell’accoglienza, della formazione, e nello specifico, del turismo giovanile, scolastico, familiare, sociale, vista l’insufficienza, per non meglio dire, l’indifferenza e la latitanza, delle forze politiche competenti. Oggi, registriamo un’inversione di tendenza e di consapevolezza, con una nuova sensibilità che riconosce intanto, e giustamente, AIG quale capofila del settore per storia, specificità, esperienza, compito e mission, E’ forse questo, allora, il momento giusto per rilanciare: sul Governo, con il Governo; ma anche sulle e con le Istituzioni territoriali, le  Regioni in primis, perché si facciano finalmente carico della questione e della necessità di rivedere le cose, spingendo con decisione per lo sviluppo della rete degli Ostelli italiani. E ciò nell’interesse di tutti, sul solco già tracciato dai migliori modelli nazionali europei”.

Com. Stam.

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