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Cefalù, per il vescovo Marciante “appiccare un incendio è come ferire la propria madre. Usiamo i forestali a tempo pieno”

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E’ indignato ed amareggiato il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante, davanti agli ennesimi roghi che ogni anno in estate con l’arrivo dello scirocco devastano ettari di boschi e campi, facendo danni enormi.

Appiccare un incendio è un delitto che equivale a ferire la propria madre”, ha detto il presule. “Spettatori, inermi, abbiamo assistito alla mano criminale dell’uomo che si alza per deturpare e distruggere un immenso patrimonio di fauna e di flora, mettendo a repentaglio, perfino la vita e la pacifica convivenza umana dei centri abitati”, continua. “Tante domande aspettano ancora una risposta: chi sono gli autori? Quali interessi si celano dietro ogni incendio doloso? Chi sono i mandanti?” Marciante esprime vicinanza alle amministrazioni regionali e locali, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, alla protezione civili e ai volontari impegnati in prima linea contro gli incendi. “Serve una presa di coscienza delle responsabilità personali sul destino della nostra casa comune”, afferma il vescovo, auspicando un serio lavoro di prevenzione che “possa essere esteso durante tutto l’anno con l’impiego a tempo pieno di quelle risorse umane rappresentate dai lavoratori forestali”.

Ciro Cardinale

CS

Ph Carmelo Sucameli

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