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Caporalato, Fai Cisl “Per contrastare lo schiavismo nei campi non bastano le buone intenzioni

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Il governo Musumeci vari una norma che dia maggiore forza alla legge 199” “Un esercito di schiavi viene sfruttato nei campi siciliani da individui senza scrupoli, senza alcun rispetto per la vita umana e spesso legati alla criminalità organizzata.

Non bastano le buone intenzioni per estirpare questo cancro, occorrono misure straordinarie e controlli a tappeto. È indispensabile che il governo Musumeci vari una legge contro il caporalato”. Così il segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca, commenta l’operazione “Attila” condotta dai carabinieri e dalla Squadra Mobile di Caltanissetta che ha portato a 12 arresti. La Fai Cisl sottolinea come sia necessario puntare sulla rete del lavoro agricolo di qualità, con cui selezionare le imprese agricole e altri soggetti che rispettano le norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto. “Il governo regionale avvii un percorso legislativo che porti alla stesura di una norma contro il caporalato – aggiunge Manca – che dia maggiore forza e attuazione alla legge nazionale. Occorre potenziare i controlli sul territorio e prevedere inoltre un sistema di premialità per le aziende sane. Si deve promuovere e sostenere la cultura della legalità, intervenendo sul mercato del lavoro, sul trasporto e sull’accoglienza dei lavoratori agricoli”. La Fai Cisl ha istituito un numero verde per raccogliere in forma anonima le denunce dei lavoratori e delle lavoratrici vittime dei caporali: 800.199.100. “Attraverso questo canale d’ascolto – continua Manca – vogliamo entrare in contatto con le vittime del caporalato, sentendo le loro storie e sostenendoli nelle denunce. Questi lavoratori vanno tutelati e supportati per uscire fuori da un incubo di sfruttamento e miseria”. Il segretario generale della Cisl Agrigento Caltanissetta Enna, Emanuele Gallo e il segretario generale della Fai Cisl Agrigento Caltanissetta Enna, Filippo Bartolotta chiedono che si rendano operative le articolazioni territoriali del lavoro agricolo di qualità. “Vanno realizzare le misure previste dalla legge nazionale – dichiarano Gallo e Bartolotta – e si deve subito avviare un confronto con le istituzioni e gli enti bilaterali per attuare interventi concreti”. 

Com. Stam.

foto repertorio

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