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Aggressioni agli operatori della sanità. il bicchiere è mezzo pieno?

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Palazzo Madama ha approvato in via definitiva il Disegno di legge sulla sicurezza degli operatori sanitari e dunque il cosiddetto “Decreto Aggressioni” è diventato legge dello Stato.

Il provvedimento rappresenta sicuramente un passo in avanti considerato che da oggi  le violenze contro gli operatori sanitari potranno essere punite con sanzioni da 500 a 5 mila euro e con la reclusione da 4 a 10 anni in caso di lesioni gravi e da 8 a 16 anni in caso di lesioni gravissime.

Per noi della Cisl Medici Lazio è una soddisfazione parziale, una specie di meglio questo che niente. E affermiamo ciò perché il testo definitivo, escludendo la costituzione d’ufficio da parte delle Asl e delle Aziende sanitarie, di fatto priva il lavoratore aggredito della tutela giudiziaria da parte del direttore generale mantenendo a carico del dipendente l’onere economico delle spese legali e l’onere della iniziativa di denunciare l’aggressore, cosa questa che in determinati  territori del Paese può costituire un serio problema per il vivere quotidiano dell’aggredito e dei suoi familiari.

Verrebbe da dire che bisogna quasi essere ammazzati per vedere scattare la pena detentiva.

Va bene ciò che è previsto nella legge ovvero  l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie presso il Ministero della Salute. Va bene pure l’istituzione di una Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, considerato che una giornata dedicata a qualcosa non la si nega a nessuno nel menefreghismo dei tanti.

Scetticismo a parte è evidente che la svolta potrà avvenire si con la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso una cultura di condanna della violenza ma anche con la massima evidenza  sugli organi di stampa delle eventuali condanne agli aggressori. Perché il fenomeno aggressivo non si ridurrà all’istante come per magia ma occorrerà non abbassare l’attenzione su questa battaglia di civiltà e dovremo raggiungere la “tolleranza zero”.

Sulle mozzarelle lanciate contro una dottoressa qualcuno può anche avere fatto ironia, ma sulla frattura alla mandibola di un collega dell’ospedale di Latina, aggredito nei giorni scorsi, c’è davvero nulla da ridere.

Luciano Cifaldi, segretario generale Cisl Medici Lazio

Com. Stam,

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