“L’attuale situazione delle aziende partecipate del Comune è particolarmente critica, soprattutto per la salvaguardia dei posti di lavoro, ecco perché è facile prevedere un autunno particolarmente caldo”. Lo afferma il consigliere comunale di Forza Italia Angelo Figuccia, che prosegue: “Stamattina, con i colleghi della Terza Commissione Consiliare, abbiamo ricevuto in audizione alcuni rappresentanti sindacali dell’Ugl, tra cui il segretario regionale confederale Giuseppe Messina, i referenti provinciali Margherita Gambino, Giovanni Vaccaro e Alessandro Franchina, i quali, senza troppi giri di parole, hanno manifestato tutte le proprie preoccupazioni sul futuro di migliaia di dipendenti delle aziende partecipate palermitane, che rischiano, a causa di scelte politiche scellerate, di perdere il proprio posto di lavoro.
Esempio lampante è la vicenda Aps-Amap, un vero e proprio pasticciaccio, che, annunciata come una grande operazione di salvataggio, si sta trasformando, giorno dopo giorno, in una sorta di cappio mortale alla gola dell’Amap, con la nefasta conseguenza che gli oltre 770 dipendenti dell’azienda di via Volturno rischiano di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. E dire che già lo scorso anno la stessa Amap era stata investita dall’obbligo, da parte del sindaco, di inglobare i 170 addetti alla pulizia delle caditoie senza ricevere un euro in più. Adesso, è arrivato questo accordo capestro con l’Aps che rischia di trascinare nel baratro un’azienda sana fino a qualche mese fa.
Stessa sorte sembrerebbe toccare ai dipendenti della Rap, spesso costretti a lavorare in condizioni limite ed ad operare con mezzi vecchi e fatiscenti, senza che il sindaco Orlando e il presidente Marino siano riusciti a trovare, in questi mesi, uno straccio di soluzione.
Insomma, si stanno creando tutte le condizioni affinchè da settembre la città debba fare i conti con vertenze che rischiano di provocare gravi ripercussioni sulla vita dei palermitani. Nessuno può permettersi di giocare con la vita e il futuro dei lavoratori”.
Com. Stam.