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Anticipo TFS Forze Polizia e Forze Armate

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Romano (SIULP), emendamento giusto e necessario per sanare grave sperequazione ai danni del personale in uniforme.

Dare la possibilità anche alle donne e uomini in uniforme, che in base alla loro specificità devono mantenere il trattamento di fine servizio (TFS) di potersi avvalere della stessa opportunità concessa a tutti i dipendenti, pubblici e privati che hanno il trattamento di fine rapporto (TFR), di poter dare “in pegno” ovvero in garanzia per poter ottenere, quando sono ancora in servizio, un accesso al credito tramite i circuiti creditizi esistenti con la facoltà di restituire le somme richieste e gli interessi maturati all’atto in cui dovranno ricevere la liquidazione dall’INPS senza pagare alcuna rata mensile per tutto il periodo di cui hanno usufruito di tale opportunità, è un atto giusto, necessario e dovuto a chi rischia la propria pelle per garantire la sicurezza dei cittadini e la difesa delle istituzioni democratiche.

Questione, questa, che non va assolutamente confusa con quella di chiedere l’anticipo del pagamento del TFS che è garantita anche dall’INPS, ma dietro il pagamento di un tasso di interesse dell’1,5% per anticipare il pagamento delle somme maturate e già di proprietà del lavoratore che oggi vengono corrisposte, con norma prevista in legge di stabilità, dopo due e sino a quattro anni dalla cessazione dal servizio perché l’INPS non avrebbe i fondi per erogare il dovuto all’atto del pensionamento.

Ecco perché ringraziamo tutti gli esponenti politici che si stanno interessando alla vicenda e si stanno facendo portatori di questa necessità del popolo in divisa che oggi è discriminato rispetto agli altri dipendenti che avendo il TFR e non il TFS possono invece avvalersene.

Così in una nota Felice ROMANO, Segretario generale del SIULP interviene nel dibattito che si è sviluppato in ordine ad un emendamento che consentirebbe anche al personale in uniforme di avere le stesse identiche prerogative previste per altri lavoratori dipendenti che sono in regime di TFR anziché TFS come i poliziotti, i poliziotti penitenziari, i carabinieri, i finanzieri, tutti i militari delle Forze armate e i vigili del fuoco.

Questo emendamento, sottolinea il sindacalista del SIULP, è necessario, doveroso perché elimina una sperequazione assurda, ma anche urgente perché evita il pensionamento anticipato di personale in settori strategici quali quelli della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, che pur di poter disporre dei soldi accumulati con il TFS per esigenze familiari, sono costretti ad accedere al pensionamento anticipato con gravi e negative ricadute sul funzionamento della macchina sicurezza. Non solo, non avendo alcun costo per lo Stato ma generando un maggiore introito per le entrate per l’IVA proveniente dai maggiori consumi, diviene anche un volano di rilancio dell’economia e un rallentamento dell’aumento della spesa previdenziale.   

Ecco perché, conclude Romano, al netto di qualche confusione generata da testimonianze che non riguardano il merito dell’emendamento ma chi è già pensionato circa la possibilità di anticipare la liquidazione del TFS, nel ringraziare tutti i parlamentari e le cariche istituzionali che si stanno facendo parte attiva per la presentazione e approvazione dell’emendamento, facciamo appello al governo e al premier Meloni di ascoltare la richiesta che proviene dalle donne e uomini in uniforme e che riguarda un atto di giustizia per concedere anche a loro quanto già previsto per altri lavoratori.

Com. Stam.

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