Evidenza

Armi, che passione! Nel mondo raddoppiano le spese militari.

• Bookmarks: 39


Avevamo già avuto modo di parlare del mercato delle armi e di come oggi le potenze stiano alimentando questo immenso e lucrativo traffico. Una torta da 1.739 miliardi di dollari.

Come ovvio, troviamo saldamente in testa alla lista degli spendaccioni gli Stati Uniti, i quali da soli spendono più di 600 miliardi di dollari. Ma a stupire sono i protagonisti che occupano la seconda e terza posizione, ovvero Cina ed Arabia Saudita.

la cina si prepara alle grandi manovre

Il dato più rilevante è l’enorme ed improvviso aumento della spesa militare cinese, salita dal 2008 al 2017 del 100%, passando da 110 miliardi di dollari a 208 miliardi. Per la prima volta nella storia del Celeste impero è stato sfondato il tetto dei 1.000 miliardi di yuan, come promesso già cinque anni fa dal mega-presidente Xi Jinping.

Questa tendenza non fa altro che diminuire il significativo divario qualitativo e quantitativo che ha sempre separato gli Stati Uniti dalla Cina. Ovviamente il Dragone dovrà fare ancora molta strada, ma considerando che stiamo parlando dell’esercito (numericamente) più vasto del Mondo possiamo dire che si trova sulla rotta giusta. Soprattutto se riesce a mantenere una crescita annua del 6,5% del PIL.

Sicuramente fattore di un certo peso è la rinnovato volontà della Cina di “espandersi” verso il Pacifico e il Mar Cinese meridionale, circondato come è da tutta una cintura di Stati più o meno ostili. Avevamo già discusso di questo tema in un precedente articolo.

Questo ha portato inevitabilmente ad un “effetto spesa” in tutti i Paesi dell’estremo oriente che possono sentirsi più o meno minacciati dall’influenza cinese: dalla Thailandia alla Corea, dalla Cambogia al Vietnam. Tutti questi Paesi (eccetto la Corea del Sud, che già da tempo ha una spesa militare molto alta) hanno avuto un considerevole incremento delle spese nel settore militare. La Cambogia, per esempio, ha visto un aumento del 130% in pochi anni.

armi vs petrolio

Più difficile appare una valutazione del Medio Oriente, anche e soprattutto a causa della relativa scarsità di informazioni rese pubbliche. Ad ogni modo, è impossibile negare che in questo angolo di mondo il podio spetti all’Arabia Saudita. Ricordiamoci che la monarchia saudita è impegnata attivamente in Yemen dallo scoppio della guerra civile nel 2015, e che una guerra costituisce una vera e propria macina di armi ed equipaggiamento.

Allo stesso modo però dobbiamo considerare che buona parte delle risorse militari utilizzate nel conflitto sono state fornite attraverso “canali preferenziali” da alleati di lunga data come gli Stati Uniti. I quali, da buoni amici, avranno sicuramente evitato di chiedere al saudita il corrente prezzo di mercato.

Queste le considerazioni basate su dati assoluti. Ma se confrontiamo la spesa degli Stati sulla base del rapporto con il loro PIL, vediamo che 7 su 10 dei maggiori spendaccioni appartengono all’area mediorientale. L’Oman, addirittura, batte L’Arabia Saudita con un notevole 12%!

il bilancio di famiglia

E come si colloca l’Italia? Stando ai dati nel corso del 2017 l’Italia ha speso nel settore della difesa ben 29.2 miliardi di dollari. Il che ci colloca al 12 posto nella classifica. E se può sembrare eccesivo, consideriamo che in riferimento al periodo 2008-2016 vi è stata una diminuzione del 17%.

Ma il neo-defunto governo Renzi aveva avviato una nuova politica di espansione delle spese militari, con un +8% nel 2018. E pare che le spese continueranno a salire, anche se il premier Conte ha annunciato a suo tempo che non vi saranno aumenti tesi a soddisfare le richieste americane di un maggiore impegno degli alleati della NATO.

Ancora viva, dopotutto, è la polemica che ha riguardato il famoso acquisto di caccia Lockheed F-35 dagli americani.  Novanta caccia al modico prezzo di 14 miliardi di euro.

Innanzitutto, non si capisce perché dovremmo acquistare un costosissimo prodotto estero quando abbiamo in casa la Aermacchi che per metà produce l’eccellente Eurofighter.

Senza contare che il sistema di decollo degli F-35 viene reso agevole dagli ampi ponti delle portaerei nucleari americane. Non certo dalle nostre Cavour o (peggio ancora) dalla Garibaldi.

Infine, c’è chi ha sostenuto che il sistema di difesa incentrato sugli F-35, avendo una natura prettamente offensiva, non potrebbe considerarsi conforme all’art. 11 della Costituzione.

Un bello e costoso F-35

 

 

39 recommended
comments icon0 comments
KKKKK
0 notes
624 views
bookmark icon

Write a comment...

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com