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Banda del buco : Sequestro beni

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1. Fra giugno e settembre 2013 sono state perpetrate tre rapine, con sequestro dei dipendenti, in danno della Banca Intesa San Paolo – agenzia di Cusano Milanino (MB), del Credito Artigiano – Credito Valtellinese, agenzia di Bresso (MB), della Banca Popolare di Milano – agenzia di Senago (MB) per un totale di per 538.000 euro. L’immediata raccolta e valorizzazione dei primi frammentari indizi acquisiti sui luoghi di commissione dei crimini ha permesso di evidenziare l’esistenza di un medesimo modus operandi (ingresso poco prima della chiusura dell’istituto di credito dai condotti degli impianti di climatizzazione, sequestro degli impiegati nel caveau, asportazione dei contanti in cassa, nel bancomat e del contenuto di numerose cassette di sicurezza) e la riconducibilità quindi delle diverse rapine ad uno stesso gruppo criminale, costituito, al principio, da quattro soggetti di origine siciliana.

2. I carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni in prima battuta e quelli del Nucleo Investigativo di Monza successivamente, hanno provveduto alla meticolosa assunzione di dichiarazioni da tutti i soggetti identificati contestualmente alle rapine, anche se lontani dal luogo dei delitti, che potevano fornire dettagli utili alle indagini. In particolare, dopo la rapina avvenuta a Bresso del 26 giugno 2013, ci si è avvalsi della preziosa testimonianza di una commerciante che aveva notato, diverse settimane prima, alcune persone sconosciute armeggiare sulla serratura del cancello carraio posteriore dello stabile che ospita la banca. Insospettita, aveva trascritto il numero di targa della vettura con cui gli sconosciuti erano sopraggiunti.
Immediate verifiche sull’identità della proprietaria, incensurata, avevano permesso però di identificare il reale utilizzatore del mezzo: Randazzo Ignazio classe 1954, palermitano, noto alle forze dell’ordine per reati di
mafia.
E’ stata quindi avviata una complessa attività d’indagine mirante a ricostruire la cerchia relazionale di quest’ultimo nonché i suoi movimenti nelle circostanze di tempo e di luogo corrispondenti ai fatti delittuosi per cui i militari hanno proceduto.
Durante le articolate e difficili fasi investigative, condotte con prolungati pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, avviate spesso in urgenza, nonchè tramite l’analisi del traffico cellulare storico,
è stato ricostruito gradualmente un sodalizio criminale, individuando ruoli e competenze di ciascuno. L’associazione era composta, oltre che dal citato Randazzo, dai pregiudicati:

– Benito Lo Re classe 1982, Natale Caravello classe 1975, capi, promotori ed organizzatori del sodalizio con i compiti di effettuare i sopralluoghi per individuare gli obiettivi da colpire, organizzare e realizzare, i giorni precedenti le rapine, l’accesso ai locali dell’istituto di credito mediante la creazione di aperture di accesso ai locali della banca, eseguire materialmente le rapine, provvedere ad organizzare il trasporto della refurtiva in Sicilia. Provvedevano inoltre a procurare i telefoni, le schede telefoniche e l’alloggio da usare durante la fase di preparazione ed esecuzione dei reati e quant’altro utile alla realizzazione del programma criminoso.

Gli altri membri del gruppo erano:

– Calcedonio Grimaldi classe 1965 che concorreva nella consumazione della rapina a Bresso e costituiva il punto di riferimento in Lombardia di Ignazio Randazzo, nonché della moglie di quest’ultimo a.P. del figlio p. R. in occasione del prelievo e successivo trasporto della refurtiva in Sicilia dopo la rapina di Cusano Milanino, mettendo a disposizione la sua utenza telefonica per i contatti tra Randazzo Ignazio e i suoi familiari, attivandosi per il reperimento di un alloggio in affitto per i componenti dell’associazione;

– Antonino Pipitone classe 1978, ospitava le persone preposte alla realizzazione delle rapine presso la sua abitazione nelle fasi di preparazione della stessa, abitazione che costituiva la base logistica ed organizzativa dell’associazione nella fase preparatoria delle rapine, procurava agli altri concorrenti il necessario per la sopravvivenza e i mezzi per l’esecuzione dei delitti, aiutava i capi e promotori a procurare altri alloggi per i correi in occasione della consumazione delle rapine, svolgeva il controllo dall’esterno presso gli istituti di credito nelle ore antecedenti la consumazione delle rapine;

– a. P. classe 1959 denunciata in stato di libertà per concorso nel reato moglie di Ignazio Randazzo con P.R. classe 1975, suo figlio che svolgevano il compito di recarsi in Lombardia immediatamente dopo
l’esecuzione delle rapine per prelevare la refurtiva e portarla in Sicilia.

3. L’attività investigativa è giunta ad una prima svolta con l’individuazione del nuovo obiettivo del gruppo: l’agenzia della Banca Agricola Mantovana di Buccinasco (MI). Il giorno 7 febbraio, un articolato servizio di osservazione, controllo e pedinamento, unitamente a personale del Nucleo Elicotteri di Orio Al Serio (BG) ha permesso di seguire in diretta i movimenti degli indagati e trarli in arresto in flagranza di reato per rapina tentata pluriaggravata.
La successiva attività d’indagine, ha consentito di analizzare e valorizzare l’imponente mole di dati generati dai traffici telefonici delle utenze “dedicate” utilizzate per diversi mesi dagli indagati e dalle celle radio base interessate dai luoghi di consumazione delle rapine. Le risultanze hanno fornito all’A.G. importanti fonti di prova utili a provare responsabilità, contatti e spostamenti dei rapinatori e complici, nel corso degli assalti agli istituti di credito di:

– Cusano Milanino (il 24 giugno 2013);

– Bresso (il 12 luglio 2013);

– Senago (16 settembre 2013).

In data 8 gennaio 2015, il GIP del Tribunale di Monza, Dott. Giovanni Gerosa, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli indagati stabilmente inseriti nell’associazione per delinquere: Ignazio Randazzo, Benito Lo Re, Natale Caravello, Antonino Pipitone , Calcedonio Grimaldi, Salvatore Federico, tratti in arresto il 14 gennaio successivo.

4. Considerato che i proventi delle rapine erano di considerevole entità è stata avviata una mirata indagine patrimoniale con la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano al fine di ottenere delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, atteso che alcuni degli indagati risultavano essere proprietari di numerosi beni immobili, anche attraverso dei prestanome identificati nel corso delle indagini.
A conclusione di tali accertamenti sono state formulate, in data 14 febbraio , le richieste di sequestro preventivo finalizzato alla confisca successivamente disposto dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione che disponeva complessivamente, in data 29.09.2015, il sequestro di 13 immobili ubicati nel centro storico di Palermo il cui valore immobiliare è stimato all’incirca in 2.000.000 euro riconducibili a Ferdico Salvatore e Benito Lo Re.

5. Fondamentale la collaborazione dei Carabinieri del Reparto Operativo di Palermo, così come sono state effettuate delle perquisizioni presso le abitazioni di soggetti ritenuti “fiancheggiatori” del sodalizio.

foto 1 RANDAZZO Ignazio, nato a Palermo il 06.12.1954

foto 2 LO RE Benito, nato a Palermo il 16.01.1982

foto 3 CARAVELLO Natale, nato a Palermo il 21.03.1975

foto 4 PIPITONE Antonino, nato a Palermo il 02.05.1978

foto 5 GRIMALDI Calcedonio, nato a Casteltermini (AG) il giorno 01.10.1965

foto 5 FERDICO SALVATORE 23.05.1971 –

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