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Boom di merci contraffatte

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Roma. Oltre 500 miliardi di dollari. A tanto ammonta, secondo l’Ocse, il volume d’ “affari” dei falsi. E mentre la Cina è il primo produttore di merci contraffatte, seguito da Turchia, India, Pakistan, l’Italia è il terzo paese più colpito dai falsi che provocano la perdita di posti di lavoro, di entrate fiscali e di guadagni “regolari”.

In Italia, ad esempio, la contraffazione ha causato la perdita di almeno 80mila posti di lavoro in aziende che producono merci “regolari”, mentre l’Erario avrebbe perso almeno 10 miliardi di euro di tasse ed imposte varie. Secondo il rapporto diffuso dall’Ocse, nel 2016 il commercio mondiale di prodotti copiati aveva raggiunto i 509 miliardi di dollari, pari al 3,3% degli scambi globali, senza contare i falsi venduti su Internet o all’interno dei singoli paesi, perché i dati Ocse si riferiscono solo ai sequestri effettuati dalle dogane al momento dell’ingresso dei prodotti taroccati nei singoli paesi importatori. Nella sola Europa il commercio dei falsi ammontava, sempre nel 2016, a 134 miliardi di dollari, pari a 121 miliardi di euro (il 6,8% dell’import Ue). E le merci più contraffatte? Per l’Ocse si tratta di calzature (quasi il 25% del totale), abbigliamento (15%), pelletteria ed apparecchiature informatiche. Tra i fattori che facilitano la produzione di merci contraffatte vi sono gli scarsi controlli, alti livelli di corruzione, bassi costi del lavoro.

Ciro Cardinale

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