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Caro affitti , le piazze universitarie si trasformano in tendopoli

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Le proteste italiane sono scattate Da Milano, dove è cominciata con la protesta della studentessa Ilaria Lamera davanti al Politecnico. Le tende continuano a ‘campeggiare’ sulle piazze di mezza Italia.

Le canadesi sinonimo di emergenza e precarietà diventano il simbolo della ‘resistenza’ dei fuorisede, costretti a sborsare cifre esorbitanti per un posto letto nelle città universitarie. Iniziative simili sono state riprese a Roma, Milano, Firenze, Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia, Bari, Torino e Cagliari.

Sulla questione interviene anche il vicepresidente Cei e vescovo di Cassano, mons. Francesco Savino, a margine di una conferenza stampa in Vaticano sulla protesta degli studenti per il caro-affitti. “Condivido questa protesta, mite, civile, che dice agli adulti e specialmente a coloro che hanno responsabilità politiche: vi rendete conto che non ce la facciamo?”. “Pagare una stanza 800-900 euro…il rischio è creare delle condizioni di una rivolta sociale”.

Le manifestazioni italiane sono un déjà-vu di quanto visto in Israele. La «protesta delle tende», ispirata da una studentessa del Politecnico di Milano, ricorda una pagina vecchia di poco più di 10 anni: le proteste per la giustizia sociale in Israele, esplose nel 2011 e tornate alla ribalta nel 2022. Anche all’epoca si è partiti da accampamenti contro affitti fuori controllo, evolvendosi in una protesta sul costo della vita e il tracollo della classe media israeliana. Un dissenso culminato nella «marcia del milione», il raduno di centinaia di migliaia di israeliani fra Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e altri centri urbani.  

Archiviata l’impasse a palazzo Chigi tra il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e la collega dell’Università, Anna Maria Bernini, il governo sblocca i 660 milioni per gli alloggi universitari che, entro il 2026, aumenteranno di 60 mila posti, che vanno ad aggiungersi agli attuali 40 mila. “Abbiamo chiesto un censimento degli immobili inutilizzati affinché vengano messi a disposizione per gli studenti”, sono state le parole della ministra Bernini che, insieme con i colleghi competenti dell’esecutivo, presto potrebbe vedere le associazioni studentesche. L’obiettivo è quello di porre rimedio a un problema che esiste da sempre in Italia ma che, tra crisi post-Covid e inflazione, ha raggiunto picchi insostenibili per le famiglie degli studenti fuorisede.

di Paola Bonacina

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