Nessuna concreta soluzione alla ripartenza del Superbonus e istituti bancari ancora in stallo.
Se non è una follia sembra almeno una grande presa in giro. Il Governo Draghi avrebbe dovuto risolvere il problema che ha bloccato i cantieri in tutta Italia causando enormi difficoltà a professionisti, imprese edili e clienti, quello del blocco della cessione dei crediti. Invece per ora, nel decreto Aiuti, l’unica certezza è la proroga del termine intermedio del 30% per gli interventi Superbonus sulle abitazioni unifamiliari al 30 settembre. Una proroga inutile se le aziende non saranno messe in grado di vendere i crediti bloccati nei cassetti fiscali». Così Mino Dinoi, presidente della Confederazione AEPI, Associazioni Europee di Professionisti e Imprese.
La situazione si è complicata a partire dal decreto anti-frodi. Poi la decisione di permettere una sola cessione libera e 2 tra istituti bancari ha completamente bloccato il mercato dei crediti. La quarta cessione, in seguito inserita, possibile solo verso i correntisti delle banche non è risolutiva perché i crediti non possono essere “spezzettati” e i correntisti fiscalmente capienti, che possono comprare crediti interi, magari del valore di decine o centinaia di migliaia di euro annui, sono pochissimi.
Il governo si è intestardito sulla strada di limitare la circolazione dei crediti tra istituti bancari, ma le banche non hanno la capienza per assorbirne. A conferma di ciò, notizie di stampa riportano che, da settimane, i principali istituti di credito hanno rallentato o addirittura bloccato l’acquisto di nuovi crediti fiscali proprio per il raggiungimento della soglia di capienza fiscale.
L’unica strada è riaprire ad una cessione, anche spezzettata, verso le aziende. Se il Governo volesse, potrebbe far muovere i colossi statali, da CDP a Poste, passando per le tante altre grandi aziende in cui ha una partecipazione. Sarebbe il segnale che clienti, professionisti e operatori del settore attendono».
Com. Stam.