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Curiosità, sono ancora migliaia le bombe inesplose in Italia

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Il 17 ottobre è stata disinnescata vicino Ravenna una bomba d’aereo risalente alla Seconda guerra mondiale ed il giorno dopo un proiettile perforante d’artiglieria di grandi dimensioni è stato fatto esplodere vicino Comiso.

A settembre altri due ordigni risalenti a tale conflitto bellico sono stati fatti brillare dagli artificieri vicino Bologna ed in provincia di Roma. Insomma, non sembra poi così raro imbattersi in Italia ancora oggi in bombe inesplose sepolte a pochi metri nel sottosuolo. Secondo quanto pubblicato da il Post, nella nostra penisola ci sarebbero circa 25mila bombe d’aereo ancora inesplose risalenti alla Seconda guerra mondiale, ciò che resta delle migliaia e migliaia di bombe lanciate dagli aerei Alleati sul nostro suolo. Molte di esse cadendo a terra sono rimaste inesplose e sono tuttora armate e potenzialmente capaci di provocare danni a cose e persone se vengono toccate maldestramente, ma non pericolose finché restano sepolte dalla terra. Gli ordigni bellici di solito sono rinvenuti durante gli scavi per costruire una metropolitana o un edificio e la bonifica viene effettuata dai militari del genio, dopo avere messo in sicurezza l’area circostante ed evacuato persone ed animali, quando l’ordigno si trova in aree abitate. Esistono due tipi di bonifica, quella occasionale, che avviene quando un cittadino si imbatte in un ordigno bellico inesploso solo per caso, e quella sistematica, quando da studi su una determinata area si ritiene che vi si trovino ordigni sepolti. Durante l’ultimo conflitto mondiale i bombardamenti degli Alleati in Italia si concentrarono all’inizio sulle aree industriali e sui porti, come Genova, Napoli ed i porti siciliani da cui partivano i rifornimenti per le truppe italiane in Africa. Dalla fine del 1942 i bombardamenti divennero invece a tappeto, per attaccare le zone industriali e colpire nello stesso tempo il morale della popolazione, intensificandosi pure al Sud, per preparare lo sbarco in Sicilia degli Alleati, e concentrandosi successivamente nel centro Italia. Dopo la fine della guerra vennero effettuate numerose operazioni di bonifica lungo la penisola, ma molti ordigni restano ancora sepolti ed inesplosi. Non si tratta però solamente di bombe d’aereo, ma anche di granate, esplosivi, colpi d’artiglieria, munizioni e mine. Neppure il mare si salva dagli ordigni risalenti alla Seconda guerra mondiale, che ogni tanto tornano a galla e vengono recuperati con grande attenzione.

Ciro Cardinale

CS

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