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Due sotto lo stesso tetto

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Ci sono film inequivocabilmente nobilitati dagli attori, per quanto sia dimostrato che non sempre i grandi attori sono in grado di risollevare ogni film a cui prendono parte. Diane Keaton, mai sbarazzatasi del tutto dell’aura alleniana (per fortuna, si potrebbe aggiungere, ma conosciamo le sfumature che sa offrire all’occorrenza), e Morgan Freeman, che non è obbligato a fare di continuo il sornione, rientrano pacificamente in questo novero, però il loro professionismo è la fortuna della piacevole opera dell’eclettico inglese Loncraine, uno che si è fatto conoscere grazie al Riccardo III con McKellen per poi spaziare dalla commedia sportiva (Wimbledon) all’action con Harrison Ford (Firewall), e approdare al tv-movie politico I due presidenti.
L’origine letteraria (la sceneggiatura discende da un libro di Jill Ciment particolarmente adatto al palcoscenico) si sente, ma lo sceneggiatore Charlie Peters consegue comunque lo scopo di saturare alcuni spunti d’attualità, a costo di manipolare un pochino la narrazione. Infatti nella vicenda dei due attempati sposi che dopo oltre quarant’anni si convincono a cambiar casa pungolati dalla nipote (la Nixon di Sex and the City in cerca di nuovi lidi), agente immobiliare convinta del valore del piccolo appartamento – quinto piano senza ascensore – ottimamente ubicato, s’inseriscono due sottotesti intrisi d’un simbolismo non esaltante eppure non necessariamente stonato: il ricovero della cagnetta decenne malata della coppia (sulle cui sorti c’è il morigerato rischio di una frattura) e una caccia al presunto terrorista – in coincidenza tristemente casuale con le cronache odierne – che appassiona (forse ancor prima di preoccupare) l’opinione pubblica e soprattutto gli abitanti del quartiere, dove, per inciso, la faccenda sta portando a una relativa svalutazione delle abitazioni in vendita. L’animale domestico, in realtà componente effettivo di un nucleo familiare privo di eredi, rappresenta chiaramente l’indesiderabile annuncio del capitolo finale di una vita a due orgogliosamente felice; la psicosi intorno al fuggiasco, invece, sottende a insopprimibili pregiudizi, forme aggiornate di razzismo, per rammentare ai protagonisti (un’insegnante e un pittore) gli ostacoli incontrati agli albori della loro storia d’amore.
Punteggiata da flashback disordinati (meglio così) ed evocati “tematicamente”, la pellicola scorre elegantemente fino alla fine, azzeccando perfino qualche carattere secondario (la sprezzante frequentatrice di visite libere, gli indisponenti proprietari con i quali si deve siglare un accordo), lasciando un retrogusto gradevole. Non si chiedeva di meglio.

Ruth & Alex – L’amore cerca casa (5 Flights Up, USA, 2014) di Richard Loncraine con Diane Keaton, Morgan Freeman, Cynthia Nixon, Claire van der Boom, Corey Jackson

Di Massimo Arciresi

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KKKKK
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