Salute

Emergenza sepsi e shock settico, la Sicilia corre ai ripari

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Se ne discute sabato 6 aprile a Catania, nella conferenza di consenso dal titolo “Percorso diagnostico terapeutico assistenziale del paziente con sepsi e shock settico”, un progetto finanziato e supportato dall’assessorato regionale della Salute su fondi del Piano sanitario nazionale

Catania, 5 aprile 2019 – È una delle cause di mortalità più diffuse al mondo. La sepsi, infezione che conduce a una disfunzione degli organi con alta probabilità di decesso se non si interviene entro un breve lasso di tempo, è una condizione clinica molto frequente, con un’incidenza di circa 400 casi ogni 100mila abitanti. La Regione Siciliana, per questo, corre ai ripari con un progetto che ha l’obiettivo di standardizzare ed implementare la gestione del paziente settico in Sicilia, così da garantire l’efficacia dell’intervento.

Se ne discute nella conferenza di consenso della Regione, che si terrà col supporto dell’assessorato regionale della Salute, alla presenza dell’assessore Ruggero Razza e del rettore dell’Università di Catania, Francesco Basile, dal titolo “Percorso diagnostico terapeutico assistenziale del paziente con sepsi e shock settico”, un progetto finanziato e supportato dall’assessorato regionale della Salute su fondi del Piano sanitario nazionale 2016, Azione 5.25 “Sep.Si. Rete emergenza Regione Sicilia”.

La giornata di presentazione si svolgerà a Cataniasabato 6 aprile, nell’aula magna della Torre Biologica del Policlinico “Vittorio Emanuele”. Nell’ambito del Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (Ptda) è prevista la creazione e attivazione di percorsi standardizzati per il riconoscimento della condizione patologica e per la gestione del processo diagnostico-terapeutico del paziente settico. Spazio anche alla formazione del personale e all’implementazione delle conoscenze sulle nuove linee guida diagnostiche ed assistenziali. Previsto, inoltre, il miglioramento delle risorse tecnologiche che permettano il supporto e l’ottimizzazione dei vari organi e delle varie funzioni vitali dei pazienti settici.

Sarà creato un database clinico, con le cartelle e i dati di tutti i pazienti a cui verrà prescritto e somministrato un antimicrobico in ambiente ospedaliero, dall’area di emergenza alla terapia intensiva. Il database, compilabile online da qualsiasi strumento elettronico, come pc, smartphone o tablet, previa registrazione anche attraverso i social network, sarà composto da semplici sezioni con scelte multiple che permetteranno di recuperare i dati clinici dei pazienti dal sistema informatizzato dell’ospedale. Il database permetterà di monitorare la categoria di antimicrobici, la ragione per cui viene somministrata, il dosaggio in rapporto allo stato clinico, la modalità di somministrazione, le colture effettuate ed infine gli effetti sul paziente.

Il progetto vede la Sicilia capofila, insieme alla Toscana, nell’elaborazione del Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale, secondo le linee guida richieste dal Ministero della Salute. Referente del progetto è Antonello Giarratano, ordinario di Anestesiologia all’Università degli Studi di Palermo e presidente eletto nazionale della Siaarti. Il progetto multidisciplinare vede coinvolti Antonio Cascio per la Società italiana di Malattie infettive;Stefania Stefani e Anna Giammanco per le società scientifiche di area microbiologica; Clemente Giuffrida e Giuseppe Carpinteri per la Società italiana di Medicina Emergenza e Urgenza; Alberto Firenze per la Società italiana di Rischio Clinico e tanti altri professionisti della Regione che sono, nel settore, punti di riferimento nazionale.

“Ogni quattro secondi un paziente muore per Sepsi – afferma Giarratano – . Il coinvolgimento e la presenza dei referenti regionali e delle società scientifiche di area critica sono determinanti per arrivare alla elaborazione di un Pdta condiviso su una delle sindromi che rappresenta la prima causa di mortalità ospedaliera, che si manifesta in modo più conosciuto in ospedale e che si sviluppa nel suo percorso clinico diagnostico terapeutico nelle aree di rianimazione e terapia intensiva. Se tale progetto dovesse portare anche solo a un raggiungimento parziale dell’obiettivo per un trattamento appropriato della Sepsi, questo si rifletterà comunque in alcune centinaia di vite salvate”.

Programma_sepsi_catania

Com. Stam.

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