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FILM: Contromano ~ La vacanza umanitaria

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Dopo tanta tv, Antonio Albanese entrò a gamba tesa nel cinema, co-protagonista del drammatico Vesna va veloce di Mazzacurati (che ci manca) e mattatore del coraggioso e surreale Uomo d’acqua dolce, da lui anche firmato. Progetto esile eppur aggraziato che riscosse dei favori critici, vanificati dai successivi lavori da regista, La fame e la sete e Il nostro matrimonio è in crisi, uno più vuoto dell’altro. In seguito ha recitato per vari cineasti, da Manfredonia a Milani passando per Amelio, riacquistando il controllo delle sfumature. Ora, a sedici anni dalla terza, sigla la sua quarta opera, più terrena, senz’altro attuale, scritta con Andrea Salerno, Stefano Bises e il vignettista Marco D’Ambrosio (alias Makkox). Un intervallo così lungo ha giovato allo stile narrativo? Sotto molti aspetti sì: ci sono un corpus, una direzione, una trovata folle così subdolamente esposta dal buffo trailer (ne esistono due versioni, quella breve è fulminante) da attirare ingannevolmente (con l’intento nobile di far riflettere) qualche fetta di pubblico filo-leghista. Soprattutto c’è uno spunto, quello dell’immigrazione (e, implicitamente, del dibattuto ius soli), su cui è difficile scherzare.

Dotato di Forza (Roberto) alla fotografia, Albanese (che chiama per un cameo l’amica Lorenza Indovina), pensando ai mestieri che spariscono si cala nei panni d’un meticoloso commerciante di calze milanese provvisto di pollice verde e “perseguitato” dagli ambulanti di colore, uno dei quali, il senegalese Oba (Alex Fondja), scorrettamente gli si piazza davanti al negozio, (s)vendendo proprio gli stessi articoli. Già ristretto di vedute e allergico a ogni forma di cambiamento, Mario – è il nome del protagonista – sequestra l’avversario e punta in auto verso l’Africa, convinto di riportarlo a casa (era il questo il titolo iniziale, forse cambiato per “colpa” di Muccino) e di creare un precedente storico. Il rapito riesce però a fargli conoscere la seducente/sedicente sorella Dalida (Aude Legastelois, pure cantante, com’è facile intuire), che si aggrega e modifica sorti e prospettive.

Un road movie dove ci si insulta alla pari, dall’esito più pregnante del previsto (malgrado aleggi un sospetto stonato da commedia all’italiana). Ci sono forzature (le azioni del cabarettista disabile Anzalone mal si conciliano con il plot), ma non è un film da maltrattare. L’immagine iniziale mostra, con echi fiabeschi, un’Italia da svecchiare, i neri vittime di pregiudizi (vedi lo scambio tra Oba e un passeggero della nave) sono “ingabbiati” al parco e uno di loro, alla fine, lancia uno sguardo malinconico verso chi “ce l’ha fatta”. Elementare? E con ciò?

Contromano (Italia, 2018) di Antonio Albanese con Antonio Albanese, Alex Fondja, Aude Legastelois, Daniela Piperno, David Anzalone

Massimo Arciresi

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