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I sindacati delle strutture sanitarie siciliane accreditate e riuniti nel Csa chiedono maggiori finanziamenti per ridurre le liste di attesa

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Il messaggio è semplice: “Chiediamo la liquidazione delle prestazioni per l’anno 2023, utilizzando al meglio le risorse da voi messe a disposizione e cioè 11 milioni di euro derivanti dalle economie di altre branche e 12 milioni di euro da assegnare per abbattere le liste di attesa, così ripartite dalla complessiva somma stanziata dallo Stato per euro 48 milioni”.

È quanto chiedono in un documento i rappresentanti sindacali regionali riuniti della Confederazione sindacati accreditati, che riassume nove sigle sindacali maggiormente rappresentative nella specialistica accreditata esterna, all’assessore regionale siciliano alla Salute Giovanna Volo e al capo del Dipartimento pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute Salvatore Iacolino, che incontreranno mercoledì 15 novembre nella sede dell’assessorato in piazza Ottavio Ziino a Palermo.

In particolare viene richiesto dalla Confederazione sindacati accreditati che “Undici milioni di euro vengano ripartite alle branche di Fisioterapia e laboratori analisi che non entrano nelle prestazioni delle liste di attesa, seguendo la metodologia del riparto in proporzione, alla extra produzione rispetto al contratto già stipulato nel 2023 dalle strutture». Mentre 12 milioni di euro da assegnare esclusivamente alle strutture che contribuiscono all’abbattimento delle liste di attesa, liquidando tutte le somme prodotte da prestazioni superiori a quelle liquidate nel 2022, includendo altre prestazioni non previste nelle 69, in quanto prestazioni utili e necessari ai cittadini siciliani”. I finanziamenti richiesti riguardano le branche di odontoiatria, visita odontoiatrica, avulsione dentaria, trattamento lesione cariosa e terapia endodontica.

Non è tutto. Si legge nel documento presentato da Confederazione sindacati accreditati: “Si chiede di inserite per l’anno 2023, somme aggiuntive di almeno 15 milioni di euro per la prevenzione, derivanti dal fondo statale di 800 milioni di euro. Basterebbero solo questi 15 milioni destinati alla specialistica ambulatoriale da privato, per prevenire tante malattie che a volte portano a ricoveri impropri che fanno moltiplicare la spesa sanitaria. L’ultimo stanziamento di fondi per la prevenzione risale al lontano 2013. Auspichiamo che oggi si possa continuare un confronto serio e costruttivo, già intrapreso con questo Assessorato, durante i tavoli tecnici che si sono susseguite da giugno a settembre e non ultimo l’otto di novembre c.a., al fine di pervenire urgentemente alla definizione dell’assegnazione delle somme aggiuntive ai contratti già stipulati per l’anno in corso e per definire la programmazione per gli anni a seguire”.

Com. Stam. + foto

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