Tre persone uccise, una ferita in modo grave, una colpita ad una gamba. Sono queste le uniche certezze su cosa è accaduto al palazzo di giustizia di Milano. Per la sua rabbia, l’assassino uccide un avvocato, un testimone e un giudice. Ad essere colpita è la giustizia. Quanto avvenuto è uno dei tanti sintomi del malessere in cui versa il sistema giudiziario italiano. Una gravissima crisi di efficienza e di funzionalità, che si sta trasformando sempre più in crisi di credibilità della giustizia. Per rimediare alla situazione determinatasi non occorrono soltanto nuovi interventi di modifica dell’assetto della magistratura, sui quali negli ultimi tempi si è concentrata la politica, bensì un complessivo sforzo per migliorare il funzionamento della giurisdizione e lo snellimento concreto delle procedure. A tal fine è necessario avviare seriamente un processo riformatore che restituisca efficacia, funzionalità e credibilità alla giustizia nel nostro Paese, obiettivo che dovrebbe essere comune a tutte le categorie coinvolte ed a tutti gli schieramenti politici. La finalità ultima deve essere l’efficace tutela dei diritti del cittadino, attuata, secondo i dettami costituzionali, in tempi ragionevoli. Il processo e l’organizzazione giudiziaria rappresentano da tempo le fondamentali tematiche sulle quali incidere in maniera concreta. In questa fase di particolare emergenza è, pertanto, indispensabile adottare in tempi rapidi alcune iniziative concrete per ridare efficacia al sistema nell’ambito di riforme elaborate secondo uno schema coerente e sistematico. Non dimentichiamoci mai che la giustizia è dei cittadini, dei magistrati, degli avvocati, del personale amministrativo che tutti insieme garantiscono una funzione fondamentale per il funzionamento di una democrazia.
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