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Il tribunale di Vienna deciderà se convalidare la richiesta di estradizione verso gli Stati Uniti di Dmytro Firtash.

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Firtash era stato arrestato a Vienna, città dove hanno sede le sue Holding, Group DF e Ostchem. L’arresto da parte delle autorità austriache è avvenuto il 13 marzo 2014, pochi giorni prima del controverso referendum sull’annessione della Crimea alla Russia. Il fatto che su di lui spiccasse, già dall’estate del 2013, un mandato d’arresto e la particolare tempistica di quest’ultimo, fanno storcere il naso a diversi osservatori internazionali che nella vicenda vedono sicuramente qualcosa di sospetto. Washington accusa Firtash di corruzione in relazione allo sfruttamento delle miniere di titanio avviato dalle aziende del businessman in India a partire dal 2006. Secondo il gruppo di Firtash, specializzato nei settori energetico e chimico, le accuse fanno parte di “una campagna di persecuzione politica pianificata da tempo”. Il partner in affari di Firtash è Sergueï Lavotchkine, una uomo che ha ricoperto un ruolo di primo piano nell’amministrazione dell’ex-Presidente Viktor Yanukovich. L’azienda dell’oligarca, creata in partenariato con il gruppo russo Gazprom, è poi accusata di aver arrecato allo Stato Ucraino perdite equivalenti a oltre 250 milioni di dollari. Con interessi in ambito minerario, energetico e nei media, Dmytro Firtash è uno dei più ricchi e controversi imprenditori ucraini. Da mesi è in Austria, dove incombe su di lui una richiesta di estradizione avanzata dall’FBI, che lo ricerca per corruzione. Oltre a dichiarare la sua innocenza, Firtash si dice vittima di una vendetta politica dovuta alla sua opposizione all’attuale governo

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