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In collaborazione con Luciano Tarullo, “Vorrei” è la nuova ballad rock acustica di comecarbone

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terzo singolo che anticipa l’uscita dell’album “Brucia” «È un’ode alla solitudine, al potere salvifico che scaturisce dalla profonda capacità di coabitare con sé stessi in un modo che non ci è congeniale di natura»

Dopo l’uscita del brano “La cattedrale di Notre Dame”, torna sulla scena comecarbone con il terzo singolo estratto dall’album “Brucia”, di prossima pubblicazione: “Vorrei”. La canzone è strettamente legata a “Prima di perdersi”, primo singolo pubblicato dall’artista, come ne fosse una naturale prosecuzione, una nuova riflessione sulle stesse tematiche, ma maturata con tutto un altro stadio di consapevolezze. Canzone che racconta un passaggio vorticoso in cui coabitano lucidità e conflitto interiore, “Vorrei” è una riflessione dell’autore sul potere salvifico della solitudine, che scaturisce dalla capacità di coabitare con sé stessi. «La solitudine è qualcosa che le persone hanno bisogno di apprendere nella vita, a volte ne siamo costretti, ma accettando tutte le possibilità che offre il cambiamento possiamo reimparare dentro noi stessi modi nuovi per tornare a vivere insieme. C’è dentro anche la forte speranza di ritrovarsi migliori, “soli e meno fragili”». “Vorrei” è una ballata rock acustica in cui la fanno da padrona piano e chitarra acustica, con una chitarra elettrica a rifinire il suono e una sezione ritmica danzante ed eterea nella strofa, decisa nei ritornelli.

Al brano collabora, sia in veste di arrangiatore che come cantante e musicista, il cantautore Luciano Tarullo, fresco della pubblicazione del singolo “Insegnami a sorridere ancora” e in procinto di rilasciare il suo nuovo album.

«È l’unico featuring dell’album, e l’idea di cantarlo in due è cresciuta man mano che si lavorava assieme per arrangiarlo. È un grande regalo, quello che Luciano mi ha fatto, accettando di cantare con me questa canzone. Mentre ci lavoravamo assieme ho sentito sempre di più quanto lo stesse sentendo in parte anche suo, e sapevo che avrebbe avuto la sensibilità e la capacità di esprimersi al meglio in una canzone che ha sonorità e contenuti come questa. Luciano ha seguito ogni passo del mio recente percorso artistico e mi è stato di grande aiuto: credo che sia il suggello di un percorso che stiamo facendo insieme e di una grande amicizia. Ha cantato una parte di strofa e un ritornello, creando così un particolare incontro di voci e di stili». Nel brano Giovanni Carbone ha registrato chitarre, voce e basso, Luciano Tarullo piano, voce e tastiere, mentre Pierfrancesco Vairo la batteria. Le registrazioni sono state effettuate nei primi mesi del 2021 da Ivan Malzone di Ramingo Itinerant Studio, il quale ha curato anche mixing e mastering del brano. Foto a cura di Angelo Barone.

Com. Stam.

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