Musica

Intervista  con Filippo D’Erasmo

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É uscito venerdì 10 marzo 2023Dedalo” per Ohimeme (www.ohimeme.com) il nuovo album di Filippo D’Erasmo. Torna così il cantautore di Acqui Terme (AL), con un nuovo disco già anticipato dal singolo “Piccoli piaceri borghesi“.

In questo disco, Filippo D’Erasmo raccoglie gli ultimi due anni di scrittura, un lavoro di auto-psicanalisi in cui è impossibile non lasciarsi assorbire. E di questo percorso di analisi noi eravamo curiosissimi, e lo abbiamo intervistato.

  1. Cosa ti ha spinto a pubblicare questo album, nonostante contenga anche dei pezzi che fanno riferimento a un altro periodo della tua vita. E a quale periodo, per l’esattezza?

    Penso che un disco possa raccontare un periodo particolare della vita di un artista senza che sia necessariamente contemporaneo o vissuto nel momento stesso dell’uscita del disco. Si tratta di canzoni nate tra il 2019 ed il 2021, sono brani che non sono per forza legati da un filo conduttore, ma dal fatto di essere stati ispirati da cose che mi hanno fatto emozionare o riflettere in un certo modo.
  • Parli delle due anime di questo disco, una più spensierata e una più introspettiva. Queste due anime sono presenti anche in te?

Capita spesso che un disco sincero rispecchi una parte dell’animo di un artista. Certamente queste due anime sono presenti in me, insieme a molte altre che non emergono nel disco ma che sono presenti a livello di piccole sub personalità. Il nostro io psichico è più frammentato di quello che immaginiamo, sebbene ci illudiamo di essere un unico centro emozionale.

  • Come mai hai scelto il nome “Filippo D’Erasmo”, che non è il tuo?

In realtà Filippo è il mio cognome. D’Erasmo ce l’ho aggiunto perchè mi piaceva, mi regalava buone suggestioni. Così come l’arte, che deve avere un nucleo sincero ed una parte che può concedersi orpelli artefatti o tecnicismi, seppur entro un certo limite.

  • Ti ricordi ancora, da bambino, com’è iniziata la tua avventura musicale? È come te la stavi immaginando?

    Da piccolo suonavo i bicchieri ed ero felice. Non avrei mai pensato la musica potesse diventare un daemon così ingombrante nella mia esistenza, cosa che nel bene o nel male, è successa.
  • Che tipo di rapporto hai con contest e concorsi?

    Tendenzialmente trovo abbastanza misera l’idea della competizione applicata a campi così soggettivi quali la musica e l’arte. Si rischia di ridurre il tutto ad una lotta tra gladiatori dentro l’anfiteatro.
    Premesso ciò, penso che i contest possano essere considerati una finestra di visibilità più ampia rispetto a quella a cui un artista emergente possa accedere, e quindi non mi sento di denigrarli, purchè usati come strumento di cui si conoscono le potenzialità ma anche i limiti.

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