Musica

Intervista con Matteo Maione

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Dal 7 maggio è disponibile in rotazione radiofonica “AD UN METRO DI DISTANZA”, primo brano di MATTEO MAIONE pubblicato su tutte le piattaforme di streaming il 1° maggio.

Distanti, ma uniti dalla voglia di normalità e di vicinanza fisica ed emotiva: questo il senso di “AD UN METRO DI DISTANZA”, brano di debutto di MATTEO MAIONE che veicola un messaggio di fiducia e aspettativa per il domani. Musicalmente l’andamento iniziale è apparentemente cupo nella sua progressione funky, aprendosi poi in un ritornello pop/rock che è una riflessione coraggiosa e, soprattutto, una ricerca di speranza per un ritorno alla libertà.

Ecco cosa ci ha raccontato!

  1. Da cosa deriva, secondo te, l’incapacità di relazionarsi con qualcuno?

Dal nostro individualismo, dalla ricerca di una libertà egoistica, di un’affermazione istintiva, fatta spesso di scelte senza obiettivi da raggiungere o valori da concretizzare.

  1. La pandemia ha in qualche modo cambiato il nostro modo di intendere la distanza? Come?      

Il covid ci ha distanziato, ci ha fatto diventare ostili, diffidenti, lontani; ci vorrà sicuramente del tempo affinché le persone si riabituino completamente all’idea di un rapporto confidenziale e fisico con gli altri, ritrovando così quel contatto e quell’abbraccio più forti di prima.

  1. Che cosa ci ha insegnato la pandemia?

Per quanto mi riguarda mi ha fatto apprezzare di più la solitudine come possibilità di ritrovarsi e conoscersi pienamente; inoltre mi ha dato l’ispirazione per comporre una canzone nella quale volevo appunto descrivere quello che si prova quando ci si ritrova da soli, a tu per tu con se stessi, lontani dalle persone a noi care, impossibilitati a incontrarle, a stare con loro, a godere di quei piaceri della compagnia che fino a quel momento davamo per scontati.

  1. Come ti sei avvicinato alla musica? E come al cantautorato?

La musica mi ha accompagnato durante tutta la mia vita, fin da bambino, quando, suonando il pianoforte, ho capito che avrei potuto esprimere le sensazioni e gli stati d’animo più profondi e nascosti. In seguito c’è stato l’amore per il cinema e la voglia di creare melodie che potessero essere un connubio armonico con le immagini. Poi qualche anno fa ho sentito l’esigenza di raccontare le esperienze di una vita, trasformando l’esistenza stessa in una grande colonna sonora, in cui la musica fosse il cuore e le parole il racconto lucido di un presente senza tempo. Ho deciso dunque di esordire ora nel campo musicale perché ho sentito dentro di me di aver raggiunto la giusta maturità artistica per poter cominciare questa nuova avventura, mettendomi in gioco; allo stesso tempo credo che bisogna sempre rischiare per le cose che ci interessano veramente, altrimenti il vero rischio è quello di perderle.

  1. Prossimi step del progetto?

Rispetto ai progetti futuri ho in cantiere altri due brani che usciranno presto e sicuramente c’è anche il desiderio forte di realizzare un album con il quale poter tracciare un percorso più completo di ciò che mi sono prefissato fin dall’inizio

Com. Stam.

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