Musica

Intervista  con NUMERO6

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STANCO è il nuovo singolo dei NUMERO6, in uscita il primo aprile per The Prisoner Records e in distribuzione The Orchard, che segna il ritorno della band genovese dopo otto anni dall’ultimo disco in studio.

La canzone è stata scritta e prodotta da da Michele Bitossi insieme ad Alessandro Bavo e missata da Ivan Antonio Rossi con la collaborazione agli arrangiamenti di archi di Lorenzo Diblasi. Nati dalle ceneri dei Laghisecchi e considerati tra i rappresentanti più significativi del pop rock indipendente degli anni duemila, i NUMERO6 hanno all’attivo sei album, numerosi EP, svariati singoli e una serie di collaborazioni tra cui spiccano quelle con Bonnie “Prince” Billy, Colapesce, Enrico Brizzi.

Ecco cosa ci hanno raccontato a riguardo!

Come è successo che i Numero 6 sono tra le poche band italiane recensite su Pitchfork? Cosa avete portato a riguardo?

Abbiamo collaborato su un brano (la riedizione di “da piccolissimi pezzi”, sull’EP “quando arriva la gente si sente meglio”) con l’americano Bonnie “Prince” Billie, uno dei più autorevoli cantautori al mondo nella scena “alt country”. Lui ha cantato la nostra canzone in italiano, il risultato è stato strabiliante e ci ha permesso di far conoscere la nostra musica in varie parti del mondo, Usa compresi.

Una rock-band italiana può diventare un progetto internazionale?

Beh, mi pare che la vicenda dei Maneskin ci risponda piuttosto bene.

A parte questo caso che ha dell’incredibile per la portata enorme che sta avendo e che secondo me continuerà ad avere la storia ci dice che è molto difficile ma che ci sono stati casi, in passato, di progetti italiani di area rock che hanno fatto capolino all’estero in maniera sensata. Mi riferisco però soprattutto al mondo dell’hardcore negli anni 80-90, quindi a un ambito di nicchia. Se artisti italiani “rock” molto noti vanno a suonare all’estero per gli italiani residenti li’ è, chiaramente, un altro discorso.

Come possono collaborare una band e uno scrittore (nel vostro caso, Enrico Brizzi)?

Quando lo scrittore in questione è un grande appassionato di musica e, soprattutto, una persona molto curiosa è aperta a esperienze sempre nuove è’ possibile. Con Enrico a abbiano fatto un disco secondo me molto bello che si intitola “Il Pellegrino dalle braccia d’inchiostro”. Invito tutti ad ascoltarlo, lo si trova un po’ ovunque.

Stanco” è stato un singolo inaspettato. Com’è successo?

Semplicemente ci siamo rivisti tutto insieme e abbiamo sentito la voglia di tornare a suonare insieme. Senza aspettative, senza obiettivi ne’ ansie. Solo per il piacere di farlo e di vedere se sarebbe uscito qualcosa di valido. Cosa che a mio avviso è successa.

Questa pausa forzata di due anni, ha qualcosa a che fare con la vostra voglia di tornare in azione?

Sinceramente non ci avevo pensato. Può essere.

Perché “Numero 6”?

Numero6 era il protagonista di una serie televisiva inglese di fine anno ‘60 chiamata “Il prigioniero”. Molto interessante, inquietante e per tanti versi premonitrice. Anche qui invito a recuperarla.

Com. Stam.

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