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La decisione di calmierare i prezzi delle FFP2 è stata presa senza consultare i produttori di tali dispositivi

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Il presidente della sezione safety, Galbiati: “ora è necessario aprire un tavolo presso il MISE per ragionare su come supportare le farmacie nella vendita scegliendo un prodotto italiano e non di sola importazione cinese. Deludente parlare solo di prezzo e non più di qualità ed efficacia del prodotto che i cittadini indossano per proteggersi dal covid”.

Roma “Il prezzo calmierato delle FFP2 a 0.75 centesimi è una decisione presa senza consultare le aziende che producono questi Dispositivi”, così si legge nella nota che Claudio Galbiati, Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria che rappresenta i produttori e distributori dei Dispositivi di protezione individuali (DPI), ha inviato sia alla struttura commissariale che al Ministero dello Sviluppo Economico per sottolineare come le associazioni e le aziende produttrici di DPI non siano state coinvolte nella decisione relativa alla scelta del prezzo al pubblico.

“Il governo ha investito nel portare la produzione dei facciali filtranti nel nostro Paese attraverso il DL Cura Italia – commenta Galbiati – ha permesso la riconversione e l’ampliamento della produzione di molte aziende e poi per definire il prezzo di vendita si affida ai soli distributori senza creare il minimo collegamento tra distributori per le farmacie e produttori di DPI”.

“Seppur condivisibile l’intento di intervenire sul prezzo ed evitare la speculazione – continua Galbiati – non condividiamo, tuttavia, l’estromissione dalla discussione proprio dei produttori delle FFP2. Continuando così, le aziende porteranno nuovamente la produzione fuori del territorio italiano e ci ritroveremo nuovamente sprovvisti di facciali filtranti e senza scorte”.

“Sarebbe auspicabile, quindi, – prosegue Galbiati – aprire un tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico e ragionare su come supportare le farmacie nella vendita di FFP2 a prezzo calmierato preferendo un prodotto italiano per le farmacie rispetto ad un prodotto importato per il 90% dalla Cina”.

“Costruire un modello di approvvigionamento – continua Galbiati – per la collettività basato solo sull’importazione a basso costo dalla Cina senza valorizzare la produzione italiana ed europea la reputiamo una scelta errata e non strategica che in caso di nuova pandemia ci troverà nuovamente sprovvisti dei Dpi necessari”.

“Deludente – conclude Galbiati – continuare a parlare solo di prezzo e non di qualità ed efficacia del prodotto che i cittadini andranno ad utilizzare, auspico infatti che le associazioni dei consumatori monitorino sulla qualità dei prodotti che vengono venduti non solo nelle farmacie ma anche nella grande distribuzione”.

Com. Stam.

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