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La Federazione dei Giovani Socialisti chiede al ministro Alfonso Bonafede maggiore rispetto per i praticanti avvocato

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«Trentamila aspiranti professionisti avvocato profondano ancora di più nell’incertezza circa il loro futuro lavorativo e umano. Di questa vergogna accusiamo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede». 

A dirlo è la Federazione dei Giovani Socialisti, dopo che dal ministero della Giustizia è stata presa la decisione “di rinviare sine die” le prove scritte di abilitazione alla professione forense per la sessione 2020-2021. 

«Abbiamo più volte denunciato – continuano gli esponenti della Federazione – l’ingiusta disparità di trattamento tra gli esaminandi delle altre professioni e i praticanti avvocato. Di fronte alle difficoltà e ai rischi della pandemia, ai primi è stato concesso l’esame orale, agli ultimi non è stata data alcuna risposta. Una disuguaglianza patologica che si spiega solo con la volontà di mantenere ad ogni costo sempre più difficile l’accesso all’Ordine degli Avvocati. Una precisa scelta politica ed elitaria».  

«Ci spieghi il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede le ragioni per cui i praticanti avvocato non possono avere, in via straordinaria, una procedura di abilitazione compatibile con le normative anti-Covid. Altrimenti sarà palese che, pur di non farlo, il Governo è disposto a far saltare la sessione a decine di migliaia di giovani che chiedono soltanto giustizia e lavoro».

Com. Stam.

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