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La Fnomceo al lavoro sull’equo compenso, Amato “Allargare i diritti a tutti i medici è doveroso”

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Palermo – La Federazione nazionale degli ordini Fnomceo, presieduta da Filippo Anelli, è impegnata a rivendicare il principio dell’equo compenso e a correggere le attuali distorsioni che lasciano la maggior parte dei medici e odontoiatri senza adeguata tutela.

Il presidente dell’Ordine di Palermo Toti Amato sintetizza così la posizione della Federazione: “La legge sull’equo compenso, così com’è, offre garanzie solo a una minoranza di medici e odontoiatri e non affronta il problema di una retribuzione insufficiente nella maggior parte dei casi. La Fnomceo chiede un ampliamento delle tutele, la definizione di parametri certi e il coinvolgimento degli ordini nella regolamentazione per evitare che le conseguenze della liberalizzazione ricadano solo sui professionisti, con effetti anche sulla qualità delle cure offerte ai cittadini”.
“Dal 2006, con la cosiddetta ‘legge Bersani’, che ha abolito le tariffe minime e massime per le prestazioni professionali, si è assistito – spiega Amato – a una progressiva svalutazione delle prestazioni, spesso pagate al massimo ribasso. Inoltre, il sistema sanzionatorio è sbilanciato: i professionisti rischiano sanzioni disciplinari se accettano compensi non adeguati, mentre i committenti sono raramente colpiti. Di fatto, la legge si applica a pochi, lasciando la maggioranza dei medici e odontoiatri senza reali strumenti di tutela”.
Nel dettaglio, la Federazione ha inviato un documento al ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottosegretario Marcello Gemmato, evidenziando che le attuali norme proteggono soltanto chi lavora con grandi committenti – come banche, assicurazioni o società di rilievo – mentre la maggior parte dei professionisti attivi con pazienti o piccole strutture rimane esclusa.
Nel documento, il presidente Anelli e il presidente Cao Andrea Senna sollecitano il Ministero a:

  • Ampliare l’applicazione della legge con la modifica dell’articolo 2 della legge 21 aprile 2023, n. 49 per estendere la tutela dell’equo compenso anche alle prestazioni svolte per persone fisiche e piccoli enti, così da garantire a tutti i professionisti un riconoscimento economico adeguato.
  • Adottare il decreto attuativo previsto dall’articolo 9 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 per fissare parametri chiari nella determinazione dei compensi, rendendo la norma effettiva anche per chi lavora in strutture commerciali o è sottoposto a gare al ribasso.
  • Istituire un tavolo tecnico con il coinvolgimento diretto della Federazione per definire criteri e limiti minimi dei compensi, tutelare il decoro della professione e la qualità dell’assistenza e regolamentare i rapporti anche nei casi di incarichi pubblici.

Uno dei nodi centrali, per Amato, è il sistema sanzionatorio: “Oggi il professionista rischia procedimenti disciplinari se accetta compensi inferiori ai parametri, mentre il committente che non rispetta la legge viene sanzionato in modo blando. Così, chi dovrebbe essere tutelato finisce per essere penalizzato, mentre chi impone condizioni svantaggiose resta impunito. E’ indispensabile stabilire compensi minimi congrui e regole certe nei rapporti tra professionisti e committenti, pubblici e privati per garantire davvero la dignità del lavoro medico e la qualità delle cure per i cittadini”.

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