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La procura di Roma fa Bingo a Catania Sequestrate due sale giochi all’ombra del vulcano etneo

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[dropcap size=big]S[/dropcap]ono state sequestrate dai militari della Guardia di Finanza di Catania due sale bingo del capoluogo etneo, Alcalà e Caronda, che rimangono operative, ma sotto la gestione di un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Roma.

La misura, infatti, è stata emessa dal gip della Capitale su richiesta del sostituto procuratore di Roma, Giancarlo Cirielli, magistrato del gruppo per i “reati contro la criminalità economica”.

Il sequestro rientra nell’ambito dell’operazione Labirinto in cui sono state denunciate otto persone per bancarotta fraudolenta.

Secondo i magistrati gli amministratori della società “Giocabingo S.r.l.”, e altri sei indagati, tutti inseriti nella società in ruoli amministrativi, avrebbero trasferito, “a un prezzo risultato palesemente incongruo, a nuove società appositamente costituite, sempre riconducibili ai due principali indagati”, la proprietà e la gestione delle due sale Bingo.

Gli inquirenti ipotizzano “la falsificazione delle scritture contabili, il sostenimento di oneri e spese non attinenti l’attività aziendale, l’omesso versamento delle ritenute erariali e previdenziali, la dissipazione di beni aziendali nonché la distrazione di ingenti somme di denaro”.

Il valore delle due sale si aggira intorno ai 15 milioni di euro.

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