Cultura

La storia di uno è la storia di tutti

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Venerdì 29 maggio alle orte 17:30, a Spazio Cultura Libreria Macaione Via Marchese di Villabianca, 102 Palermo, verrà presentato il libro di Angela Lanza La storia di uno è la storia di tutti pubblicato da iacobellieditore 

Il libro, attraverso le interviste e  le storie di vita di migranti sbarcati a Lampedusa, e l’esperienza diretta della psichiatra Enza Malatino, ci fa conoscere racconti di egiziani, tunisini, palestinesi, tutti diversi ma di eguale disperazione e dolore. Come, per esempio, la storia del giovane palestinese che parla di libertà, di diritti, di morte; come i bambini che crescono senza infanzia e che hanno come unica musica il suono della mitragliatrice.
(Il libro contiene il testo della Carta di Lampedusa)
 
Dialogheranno con l’autrice Antonella Leto, del Forum Siciliano dei Movimento per l’Acqua ed i Beni Comuni col quale promuove i temi della pace e dell’accoglienza,della gestione pubblica e partecipata dei beni di appartenenza collettiva, della conversione ecologica. E’ rappresentante dei promotori della proposta di legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica delle Acque in Sicilia e Zaher Darwish, impiegato presso la camera del lavoro CGIL di Palermo dal ’90 ricomprendo l’incarico di responsabile prov immigrati, presidente dell’Ass L’Arca federazione associazioni comunità immigrati, è presidente del coordinamento di solidarietà con la Palestina.
Da segnalare che Angela Lanza ha vinto il “Premio Progetto la ragazza di Benin City”, importante istituzione fondata da Isoke Aikpitanyi nel 2002 e destinato a persone o associazioni che si sono impegnate e distinte nella lotta alla tratta degli esseri umani, nell’impegno contro la violenza sulle donne, nelle azioni a favore dei migranti.
 scheda del libro:
 
Interviste e storie di vita di migranti sbarcati a Lampedusa dal 2003 fino al grande naufragio del 3 ottobre 2013 dove persero la vita oltre 400 persone. L’esperienza della psichiatra Enza Malatino ci fa conoscere racconti di egiziani, tunisini, palestinesi, tutti diversi ma di eguale disperazione e dolore. Come il ragazzo che non saluta la madre prima di partire, unico lancinante ricordo di sei mesi di viaggio; un giovane palestinese che parla di libertà, di diritti, di morte e di annientamento; come i bambini che crescono senza infanzia e come la loro musica sia esclusivamente quella delle mitragliatrici. “Mi risposero che per loro la morte è compagna di vita, che uscendo per la strada rischiano di essere ammazzati più volte al giorno, rischiano di morire di fame e vedono così morire i loro figli, fratelli, padre e madre, che morire in mare o al loro paese non fa molta differenza. Almeno così – dissero – abbiamo un filo di speranza”. Il libro si conclude con la Carta di Lampedusa. Con un contributo di Fulvio Vassallo Paleologo e con una testimonianza di Enza Malatino.

 

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