Sono abbonato all’ATM (Azienda Trasporti Milanesi) e spendo fior di soldi l’anno anche perché il mio abbonamento prevede pure quello delle Ferrovie Nord perché utilizzo il passante ferroviario per andare al lavoro.
Non sono abbonato all’ATM e faccio regolarmente il biglietto senza sgarrare un giorno. Nonostante questo – o proprio per questo – 5 controllori ATM (o forse il loro nome ora è l’enfatico tutor di linea) mi fermano mentre scendo dalla L’Ora 2, venerdì 18 novembre 2022 alle 15:44 e, gentilmente, mi chiedono il biglietto.
Il biglietto non ce l’ho perché lo devo fare di lì a poco prendendo il passante a Garibaldi. Naturalmente lo dico ai controllori e, spiegandoglielo, mi accingo a fare – sotto i loro occhi – quello elettronico attraverso l’app di Trenord.
Le tre signore e un signore (comunque sulla multa compare Agente 902 – Matricola 72612) mi lasciano fare tranquillamente salvo poi dirmi che mi faranno la multa (verbale 679/01240).
Ora due domande: perché farmi la multa dato che il biglietto virtuale era stato fatto e sarebbe servito di lì a poco – anche – per il passante ferroviario di Trenord?
Perché fotografare il biglietto virtuale dal mio telefonino dato che non era valido perché gli operatori mi stavano multando?
Ho pagato 37 euro sul posto e se non avevo i contanti avrei dovuto pagare di più. Perché?
Questo si chiama arroganza del potere – in questo caso ATM – anche perché erano 4 operatori contro un viaggiatore. E poi il biglietto lo avevo.
L’ATM così tratta i propri clienti e merita che – a questo punto – gli utenti non paghino né abbonamenti né biglietti.
L’augurio è che l’ATM – peraltro perennemente in sciopero – fallisca e che i buchi di bilancio non siano colmato continuamente da noi con i continui rincari.
di Roberto Dall’Acqua
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