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Lavori pubblici in Sicilia. Architetti e Ingegneri: «occorre netta distinzione tra controllori e controllati»

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No degli Ordini di Catania all’Ufficio speciale per la progettazione regionale Lavori pubblici in Sicilia. Architetti e Ingegneri: «occorre netta distinzione tra controllori e controllati»

«Chiediamo al governatore un dialogo al fine di valutare azioni legislative più efficaciper rilanciare lo sviluppo infrastrutturale e urbano dell’Isola»

CATANIA – «L’unico sistema sostenibile che può rilanciare lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia, accelerando la costruzione delle opere pubbliche, consentendo un investimento trasparente delle risorse, e risollevando in generale le sorti economiche e sociali dell’Isola, è l’affidamento distinto delle competenze: la realizzazione dei progetti è prerogativa dei professionisti, mentre la pianificazione e il controllo sono compiti che spettano esclusivamente agli uffici amministrativi. Invertire questi ruoli o creare situazioni ibride fra controllori e controllati, come spesso è successo e succede, ha causato soltanto un ingolfamento cronico, sia della macchina burocratica che di quella giudiziaria, con la conseguente e desolante mancanza delle grandi opere necessarie per l’ammodernamento della nostra regione». Gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Catania, attraverso le parole dei rispettivi presidenti Alessandro Amaro e Giuseppe Platania, esprimono il proprio disappunto sull’istituzione dell’«Ufficio speciale per la progettazione regionale», avvenuta con la Delibera di Giunta della Regione Siciliana n. 426 del 4 novembre 2018. Si tratta di un organismo per gestire in modo centralizzato tutti i servizi di architettura e ingegneria a favore di Comuni, Città Metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni.

La contrarietà degli Ordini è lontana dallo spirito polemico, ma volutamente manifestata per chiedere al governatore Musumeci e all’assessore Falcone di confrontarsi sul tema in modo costruttivo e propositivo, valutando insieme azioni legislative che secondo gli Ordini – per natura competenti in materia – possano essere più efficaci per risolvere, a vantaggio dell’intera collettività, l’annosa questione della gestione dei lavori pubblici e della difficoltà a utilizzare le somme disponibili.

«I nostri organismi sovraordinati si sono già fatti avanti su questo fronte – aggiungono i presidenti – gli Ordini etnei desiderano ribadire questa posizione, palesata anche in occasione delle recenti calamità idrogeologiche e sismiche che in Sicilia hanno causato vittime e danni. Conosciamo la disponibilità che i rappresentanti del governo regionale, a partire dal presidente, hanno finora sempre manifestato nei confronti delle nostre professioni, per tale motivo riteniamo che questo sia un campo fondamentale su cui stringere una sinergia operativa».

«L’affidamento dei progetti ai liberi professionisti – affermano Amaro e Platania – si tradurrebbe in opere di maggiore qualità, perché i nostri architetti e ingegneri si aggiornano costantemente sui nuovi standard costruttivi, anche in virtù di una forte concorrenza di mercato che spinge in modo naturale verso l’innovazione. Anche i funzionari pubblici sono spesso nostri colleghi – continuano – ma è chiaro che la loro formazione è necessariamente orientata al controllo dei processi di esecuzione, dalla programmazione al collaudo. Il ruolo tecnico dell’Amministrazione va rafforzato in questa direzione, lasciando invece ai liberi professionisti l’opportunità di progettare, e dunque di poter superare il duro periodo di crisi del comparto edilizio».

Com. Stam.

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