L’Egitto piomba in piena psicosi attentato per il presunto avvelenamento delle falde idriche
E’ psicosi pura in Egitto per il presunto attentao riguardo l’inquinamento dell’acqua che ha causato un morto e 586 ricoverati a Sharqiya, sul delta del Nilo. Daltronde in un’area continuamente con i nervi a fior di pelle basta un niente per scatenare panico e reazioni incontrollate per cui, paradossalmente, bisogna avere più paura della paura che, di altri fattori esterni. Le autorità locali e nazionali hanno immediatamente predisposto controlli a tappeto per scongiurare altri incidenti, ed i più ascoltati ed attendibili opinion leader locali (non i politici ma gli Imam delle moschee) hanno diffuso accorati appelli a non bere acqua dai rubinetti di casa, cercando, invece, fonti alternative di cui il delta nilotico è notoriamente ricco. L’ipotesi che si è immediatamente diffusa tra la gente è quella di un attentato da parte dei fondamentalisti islamici, una presenza immanente cui attribuire ogni sorta di nefandezza. Certo, i timori hanno qualche ragion d’essere. L’Egitto, com’è noto, è in prima linea nella lotta all’Isis. Ha fatto la voce grossa, ponendosi a capo di una coalizione che vuole arginare il fenomeno, nell’ansia di recuperare un ruolo di leader nella regione. Ma gli analisti, pur non scartando apertamente l’ipotesi, sono particolarmente cauti. Avvelenare le falde acquifere sarebbe tristemente in linea con le aberrazioni cui l’Isis ci ha abituato, ma la strategia del movimento islamico appare improntata ad operazioni di rilievo, eclatanti, esplosive nel senso letterale del termine. Colpire l’Egitto con il sistema subdolo dell’avvelenamento è una strategia complessa, macchinosa e poco visibile, anche perché in mancanza di una rivendicazione esplicita – e finora non ve n’è stata alcuna – la cosa potrebbe essere ricondotta alla fisiologica mancanza di controlli che purtroppo, e non da ora, compromette l’igiene in Egitto. Si ritiene, dunque, che le autorità egiziane dovrebbero andare a caccia di malfunzionamenti nella macchina della erogazione idrica, notoriamente mai troppo sicura, piuttosto che di cellule islamiche dormienti e non. Ci sono nell’aria sin troppi segnali d’allarme ben più motivati e reali. Gridare al lupo per un inquinamento ambientale sembrerebbe un tantino eccessivo, anche in questi frangenti.