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L’Imu spetta anche alle piattaforme petrolifere al largo di Gela

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Anche le piattaforme petrolifere che si affacciano solitarie, con le lunghe “zampe” infisse in profondità nel mare Mediterraneo, devono pagare l’Imu.

Lo ha deciso la Commissione tributaria di Caltanissetta, definendo così una controversia che ha visto contrapposti il comune di Gela ed Enimed, la società proprietaria delle tre piattaforme (Gela mare, Gela perla e Prezioso) installate al largo del comune siciliano. Dopo la decisione, Enimed dovrà staccare un assegno di 12 milioni di euro in favore della tesoreria comunale, che aveva già incassato in passato altri sette milioni di euro con una transazione con la stessa società petrolifera e per le medesime ragioni. E proprio basandosi su tale atto la Commissione tributaria ha deciso ora di accogliere la tesi del comune, respingendo quell di Enimed, che tra l’altro sosteneva che il mare è di tutti e non fa parte del territorio comunale e che la piattaforma petrolifera non è un bene immobile perché non è ancorata al suolo. Ma niente da fare, i giudici tributari hanno deciso diversamente. La sentenza ha creato un importante precedente, che presto potrebbe essere sfruttato da altri comuni, come Scicli, che ha già chiesto ad Eni ben 89 milioni di euro per gli impianti petroliferi che si trovano nel suo territorio. 

Ciro Cardinale

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