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Mafia: sequestrati beni per 1,5 milioni

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Ieri mattina alle 11,  la Dia, sezione operativa di Messina, ha inferto un altro duro colpo al clan mafioso di Mistretta. Le operazioni si sono svolte con l’aiuto del Centro operativo di Catania. Sono state poste sotto sequestro diverse attività commerciali di Giuseppe Lo Re, detto “Pino”, imprenditore di Caronia (ME). Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 1,5 milioni di euro. Il decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Messina per intervento del presidente dott. Nunzio Trovato, ha interessato: tre aziende tra società, impresa individuale e associazione (due operanti nel settore della commercializzazione di automobili, di cui una provvista anche di sito online, la terza operante nel settore dei night club); sette immobili siti nel comune di Caronia; sei mezzi utilizzati per trasporto di vario genere o per spostamenti personali (autocarri e autovetture); diversi rapporti finanziari tra l’imprenditore (o i suoi interposti) e terzi. L’operazione patrimoniale è stata l’esito di alcune indagini che da tempo interessavano la “famiglia” Mistretta, clan che svolgeva i propri crimini nella zona del Messinese. I “Mistretta” furono capeggiati fino al 2010 (anno della sua morte) dal boss Sebastiano Rampulla, fratello di Pietro, quest’ultimo noto alla Dda di Palermo come “l’artificiere” che confezionò la bomba collocata sotto l’A29 della strage di Capaci del ’92 (per tale reato fu   condannato all’ergastolo nel 1997). L’attività investigativa è stata svolta dalla Dia di Messina, coadiuvata da quella di Catania, e sotto la direzione e supervisione del Procuratore della Ddd di Messina dott. Guido Lo Forte, e dai sostituti dott. Vito Di Giorgio e dott. Angelo Cavallo. Lo Re, pregiudicato e sotto sorveglianza speciale dopo l’operazione “Barbarossa”, è stato incastrato dalla disparità tra il reddito dichiarato e lo stile di vita che risultava avere.

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