Marcinelle sessantacinque anni dopo. Ingrassia: il ricordo sollecita una pedagogia della salute e sicurezza sul lavoro

“Baio Carmelo, nato a Montaperto (Agrigento); Campisi Sebastiano, nato ad Augusta (Siracusa); Indorato Gaetano, nato a Sommatino (Caltanissetta); Piluso Salvatore, nato a Caltagirone (Catania); Reale Calogero, nato a Montaperto (Agrigento); perirono tutti nel terribile incidente in miniera di Marcinelle, accaduto l’otto agosto 1956.

Li ricordiamo oggi 8 agosto 2021, Ventesima Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo, insieme agli altri 131 italiani vittime del disastro. Furono 262 i caduti sul lavoro nella tragedia di Marcinelle. È il ricordo di un evento che richiama in tutta la sua potenza storica e simbolica la necessità di realizzare una nuova pedagogia della salute e della sicurezza sul lavoro per contrastare lo sfruttamento, la ricerca ostinata ed egoista del profitto, l’infernale circuito produzione-consumo, la catena di appalti e subappalti che stanno all’origine degli infortuni e delle malattie professionali di oggi; tutti frutti tossici di un modo di fare impresa fondato sulla consapevole irregolarità a danno dei lavoratori e delle lavoratrici e anche delle aziende virtuose.” Lo dichiara Michelangelo Ingrassia, Componente e già Presidente del Comitato Consultivo Provinciale Inail di Palermo commentando il 65mo anniversario della strage. “In questo senso, conclude Ingrassia, la vicinanza della Repubblica espressa oggi dal Presidente Mattarella ai familiari di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro, emblematicamente rappresentati dai parenti delle vittime di Marcinelle, ha il significato della testimonianza e il valore di una esortazione a ricercare più efficaci strumenti di contrasto alle irregolarità e alle conseguenti esposizioni al rischio di uomini e donne nei luoghi di lavoro”.

Com. Stam.