“Leggere è essenziale.” La partecipazione dell’Italia in veste d’ospite d’onore a due tra le più prestigiose occasioni culturali europee “il Festival du Livre di Parigi” e nel 2024 “la Buchmesse di Francoforte”, riconosce il contributo recato dalla civiltà italica al sentire globale e rappresenta una grande occasione per proseguire sulla strada di una osmosi che consolidi sempre più la piattaforma comune di valori sui quali si fonda la Casa europea.
“Bisognerebbe leggere di più e, forse, la lettura del Milione di Marco Polo potrebbe aiutarci a comprendere lo spirito con cui va guardato il mondo” così afferma Mattarella in un’intervista al Corriere della Sera. E agiunge “Nell’immaginario collettivo, che corrisponde alla realtà, il Rinascimento è il prodotto dell’ingegno italiano in uno stato di grazia particolare. L’innesco dell’esperienza è partito, certo, nel Quattro e Cinquecento dalle città italiane per diffondersi però, poi, nelle corti europee. È dalle reciproche influenze che prende corpo una dimensione di cultura artistica e architettonica europea, riflesso di una matrice umanista emersa nei secoli. Il sentimento di appartenenza era, dunque, a una grande cultura, che non separava est e ovest europeo ma permeava ogni ambiente intellettuale. Spes contra spem , mi piacerebbe pensare a un nuovo rinascimento europeo, aperto al mondo intero”.
“La cancel culture nei confronti della letteratura e dell’arte russe – altro passaggio dell’intervista – appare come un gesto sbagliato che vorrebbe colpevolizzare a ritroso i prodotti di secoli di storia europea, di cui quella cultura fa parte a pieno titolo. Gli intellettuali più avvertiti non hanno mancato di stigmatizzare questa visione. A uccidere la cultura è l’omologazione, il conformismo”.
Per il capo dello Stato “completarsi a vicenda tra persone, tra esseri umani, tra cittadini europei”, rappresenta “quanto di più significativo si possa immaginare per l’Europa ‘unione delle diversità’, ispirata da una visione che sappia guardare lontano, senza il rischio della lusinga dell’inciampo in limes , in barriere artificiosamente create”. “Buoni esempi di ‘fraternità europea’ – ha ricordato il capo dello Stato – non mancano: le porte aperte ai profughi ucraini e la generosità ad essi mostrata da Paesi come la Polonia parlano da soli. Tuttavia i principi sono tali se non ammettono declinazioni di comodo. La fraternità sarebbe più forte se fosse sempre ugualmente riservata a chi fugge da altre guerre, da altra fame, da altre catastrofi, lungo la linea del Mediterraneo, per esempio. Al centro deve essere la persona e i suoi diritti, senza distinzione, come recita l’articolo 3 della Costituzione ‘di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali'”.
di Paola Bonacina