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Misilmeri, continuano i disservizi per la gestione idrica

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Nuova gestione, vecchi problemi. A Misilmeri l’acqua continua a essere un cruccio per una cittadinanza, stanca dei disservizi patiti. Dopo la tormentata gestione Aps, lo scorso 9 marzo il Consiglio comunale ha deciso unanimemente di far tornare la gestione del servizio idrico in capo al Comune. Si attende l’entrata in vigore della legge regionale che dovrebbe portare al gestore unico (Amap) a partire dal primo ottobre. Nonostante il ritorno alla gestione comunale permangono gli atavici problemi dovuti a una rete idrica vecchia di settanta anni, che lascia spesso interi quartieri a secco per giorni, e a volte anche per settimane, mentre nel frattempo, per le strade del centro e delle campagne misilmeresi, si perdono centinaia di litri d’acqua al giorno, a causa di imbarazzanti fuoriuscite dall’asfalto e dai tombini. Le insistenti piogge di questi ultimi mesi hanno inoltre contribuito a rendere l’acqua non utilizzabile per il consumo domestico. Il livello della falda acquifera si è innalzato, coinvolgendo le zone non sature e causando distaccamenti di masse di terra, elevando di fatto il livello di torbidità. Se ne sono accorti i cittadini misilmeresi, costretti a comprare l’acqua minerale perfino per cuocere la pasta e per tutti gli usi alimentari. Un provvedimento tampone potrebbe essere l’installazione del cosiddetto filtro a sabbia nella conduttura che porta l’acqua a Misilmeri, al fine di rendere l’acqua decalcificata e sicuramente più limpida. Il costo si aggira intorno ai 100.000 euro. Troppi? Non ditelo ai cittadini del centro alle porte di Palermo, già costretti a pagare elevate imposte a fronte di un servizio mal funzionante e che a volte rischia di mettere a repentaglio la salute dei cittadini.

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