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Napoli e Pantelleria si incontrano nel segno dell’Unesco e presentano il Museo virtuale della vite ad alberello, patrimonio immateriale dell’umanità

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Di recente sono state entrambe citate dalla rivista internazionale Time fra i posti più belli al mondo da visitare nel 2023. Nei libri di storia, una viene riconosciuta crocevia di popoli e culture che transitano nel Mediterraneo; l’altra, fin dall’800, è uno dei principali mercati delle sue eccellenze: i capperi.

Con queste premesse, Napoli e Pantelleria si sono incontrate in occasione della presentazione del Museo Virtuale della pratica agricola della vite ad alberello, patrimonio immateriale Unesco: www.pantelleriaunesco.eu.

Il progetto creato dal Parco Nazionale Isola di Pantelleria, finanziato dal Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare e forestale, è stato realizzato dall’Università Suor Orsola Benincasa e dalla Medeat Research, già autori di un precedente strumento virtuale dedicato alla dieta mediterranea. Il sito del museo virtuale, suddiviso in diverse sezioni, raccoglie la voce di agricoltori e produttori, eredi della memoria, esperti; e contiene una parte dedicata alla mappatura del territorio, con l’itinerario della vite ad alberello e l’indicazione dei vigneti di Pantelleria. Si tratta di uno strumento che è la soluzione adeguata alla sfida di poter tramandare nel tempo le memorie delle “biblioteche parlanti” che rischiano di essere perse, ma anche le tradizioni, le conoscenze di una cultura capace di identificarsi in un elemento: la vite ad alberello, ceppo di vite di uve Zibibbo, che nella sua stessa forma richiama la mano dell’uomo, che se ne prende cura.

A condurre il convegno di presentazione sono stati Elisabetta Moro, Professore Ordinario di Antropologia Culturale, cofondatrice e codirettore del Museo Virtuale della Dieta Mediterranea, e Marino Niola, Professore Ordinario di Antropologia dei Simboli, condirettore e fondatore del MedEatResearch – Università degli Studi Suor Orsola Benincasa.

Il taglio del nastro del museo virtuale della vite ad alberello è stato accompagnato dal ricordo di Sebastiano Tusa, che fra le aule del Suor Orsola ha tenuto importanti lezioni sull’archeologia, mentre ha fatto di Pantelleria suo teatro operativo per la sua antichissima ricostruzione storica. Fra i relatori presenti, Elena Sinibaldi, Antropologa Culturale, Focal Point Nazionale per le Convenzioni UNESCO 2003 e 2005, Servizio II – UNESCO, Segretariato Generale, Ministero della Cultura (MiC), ed Enrico Vicenti, Ministro plenipotenziario e Segretario Generale CNIU Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, hanno ricordato la ricorrenza del ventennale della Convenzione Unesco del 2oo3, per la valenza dei patrimoni immateriali agroalimentari. Helga Sanità, Docente di Antropologia del Patrimonio e direttrice di ricerche del MedEatResearch – Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, ha presentato la prospettiva Unesco come punto di unione fra globale e locale, mettendo al centro la rappresentazione, per come può fare il museo virtuale.

A rappresentare la comunità pantesca sono stati, invece, Vincenzo Campo, Sindaco di Pantelleria; Sonia Anelli, Direttrice Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria; Salvatore Murana, vice Presidente Consorzio Vini Doc di Pantelleria; e Salvatore Gino Gabriele, presidente Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria. Il progetto per la salvaguardia de “La pratica agricola tradizionale della coltivazione della vite ad alberello della comunità di Pantelleria” ha visto la partecipazione di SVIMEZ SViluppo dell’Industria nel MEZzogiorno, per l’attività di ricerca sull’evoluzione dei terreni coltivati e dell’economia ad essi pertinenti. Il direttore, Luca Bianchi, ha evidenziato il nuovo percorso tracciato insieme al Parco, dove la valorizzazione sta insieme all’evoluzione nella semplice capacità di costruire opportunità per la comunità che deve partecipare alla trasformazione dei processi culturali, sia con l’offerta di servizi per i visitatori, sia con competenze sostenibili e radicate all’identità del territorio, laddove la viva partecipazione di una comunità, infatti, fa la differenza nel riconoscimento Unesco.

L’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria è stata la regia del progetto e dell’iniziativa che, nelle parole del presidente Salvatore Gino Gabriele, accoglie la sfida di accompagnare la comunità in un processo inevitabile di cambiamento dove, però, la centralità dell’agricoltore e delle coltivazioni deve essere valore aggiunto nella filiera agroalimentare identitaria, sposando anche quelle dinamiche commerciali che il tempo moderno impone senza alterare l’integrità di atteggiamenti, abitudini che fanno di tutta Pantelleria, dei suoi agricoltori eroici e della sua umanità, un patrimonio forte e unico.

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