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Negligenze e fondi sprecati: come muore il patrimonio di una città

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Palermo ha un patrimonio artistico maestoso, accumulato nei secoli e frutto di passaggi di culture e tradizioni unici al mondo. Ma quello che molti non sanno è che esiste un altro patrimonio artistico “non riconosciuto”, quello formato dai tesori dimenticati, dai palazzi fatiscenti, dalle ville abbandonate, che potrebbe renderla una delle più grandi città d’arte d’Italia, al pari solo di Roma o Firenze. È sconvolgente sapere che amministrazioni scellerate e cavilli burocratici stanno cancellando, in pochi anni, secoli di storia della città. Palazzi, chiese e ville nel totale abbandono in qualunque zona della città, non solo al centro. Basta fare qualche esempio. Il villino Favaloro, tra via Dante e piazza Virgilio, di proprietà della Regione, è stato dichiarato inagibile nel 2002 e adesso è soggetto a danneggiamenti e razzie. Il Genio del Garraffo, del 1400, uno dei simboli di Palermo, restaurato di recente, è sempre invaso dai rifiuti. Villa Alliata, in via Serradifalco è in condizioni tragiche, con solai crollati, cedimenti e gravi danneggiamenti per atti vandalici. Sono circa 150 i monumenti abbandonati censiti dall’associazione “Palermo Indignata”, che da anni si occupa di dare visibilità al nostro patrimonio perduto organizzando tour della città e una mappa interattiva dei monumenti abbandonati. Di certo rincuora vedere la passione dei cittadini nel tutelare un patrimonio di tutti, ma è inaccettabile assistere invece al totale disinteresse delle amministrazioni comunali e regionali che sembrano girarsi dall’altra parte dinanzi un problema che è soprattutto loro. La maggior parte di questi immobili è, infatti, proprietà o del Comune o della Regione, ed è anche loro il compito di espropriare ai privati dei beni – e sono tanti che stanno andando in rovina e che sono considerati patrimonio storico per la città. Cosa possono fare questi enti? Risponde Giuseppe Mazzola, membro di “Palermo Indignata”: «Le soluzioni sono due: o la vendita ai privati, ma di questi tempi è difficile, o ottenere finanziamenti europei». E qui, come si dice, casca l’asino. L’uso dei fondi europei è da sempre una spina nel fianco per la Sicilia. Siamo i campioni degli sprechi e dell’inutilizzo dei fondi Ue, e la regola vale anche per il patrimonio artistico. «Durante la gestione Cammarata non è stato presentato nemmeno un progetto per la rivalutazione dei monumenti.» sostiene Mazzola, «e oggi i progetti presentati sono pochi e inefficaci». E dato che il Comune di Palermo ha speso poco più del 10% dei fondi europei, c’è da pensare che non si voglia o non si sia in grado di presentare progetti validi in grado di far volare il turismo a Palermo. Passando alla Regione, il quadro si fa ancora più nero. Tutti conosciamo la brutta figura fatta con l’Europa: in Sicilia 6 milioni di fondi non spesi e 150 finiti in mani sbagliate, sprecati. E sapere che Comune e Regione potrebbero garantire senza problemi la piena ripresa e agibilità di palazzi, chiese, ville, perché già di loro proprietà, fa molto male. E fa rabbia continuare a vedere una città che sta perdendo tutta la sua storia e il suo potenziale a causa della solita cultura di mazzette, sotterfugi e “fregature” a cui siamo tutti troppo abituati.

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