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Povertà: Save the Children, dati 2017 indicano una vera emergenza per i minori e le famiglie in povertà assoluta che devono essere priorità del Governo

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“Il contrasto alla povertà minorile deve essere messo al primo posto nell’agenda del governo. I dati diffusi oggi da ISTAT indicano che la povertà minorile in Italia è una vera emergenza, la fascia d’età fino ai 17 anni è infatti in assoluto la più colpita.

Più di un milione e duecentomila bambini e adolescenti non hanno l’indispensabile per una vita quotidiana dignitosa e più del 20% delle famiglie con tre o più figli minori si trova in questa condizione di grave povertà. Anche se c’è una lievissima diminuzione sul totale dei minori in povertà assoluta, che passa dal 12,5% del 2016 al 12,1% del 2017, è chiara la necessità di un cambio di passo per affrontare quella che è una vera piaga del nostro Paese,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

“Come Save the Children incontriamo ogni giorno i bambini e gli adolescenti in condizione di povertà nell’ambito dei nostri progetti, come i Punti Luce, nelle zone più periferiche, e sappiamo come la povertà materiale spesso si associa alla “povertà educativa”, cioè l’impossibilità per i bambini di apprendere, far fiorire i propri talenti e le proprie capacità per costruire liberamente il loro futuro.”

“E’ indispensabile definire un piano di contrasto alla povertà minorile che affronti l’emergenza su più livelli come quello del sostegno al reddito delle famiglie – realizzando, in primis, il reddito di inclusione – e il potenziamento e la piena accessibilità della rete dei servizi socio educativi, dagli asili nido alle mense scolastiche, dai libri di testo alle attività sportive e culturali. Tutto questo a partire dai primi anni di vita che sappiamo essere decisivi per lo sviluppo dei bambini. Le famiglie non possono essere lasciate da sole ad affrontare queste condizioni di deprivazione. Auspichiamo dunque che questi nuovi dati Istat non cadano nell’indifferenza ma attivino un effettivo intervento organico e strutturato per rispondere ad un problema che rischia di minare dalle fondamenta il futuro del Paese.”

Com. Stam.

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