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Prodotti petroliferi ed elettronica fanno sprofondare l’export in Sicilia nel 2020 Pace, presidente Unioncamere Sicilia: “Dati sconfortanti che ci allarmano”

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Palermo  – L’emergenza sanitaria collegata al Covid-19 fa sprofondare l’export siciliano che già nel 2019 aveva fatto registrare dati allarmanti con -14%. 

I dati negativi si replicano anche nel 2020 con una flessione del -24,25% e anche quest’anno va evidenziata una pesante caduta di coke e prodotti petroliferi raffinati (-39,90%); computer, apparecchi elettronici e ottici (-14,8%); giù anche articoli farmaceutici e prodotti chimico-medicinali e botanici (-26,41%), metalli di base (-23,72%), altre attività manifatturiere (-28,66%), altri minerali da cave (-28,90%), legno e prodotti in legno  (-34,67%). In caduta libera, prodotti di attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (-87,23%) e prodotto di attività dei servizi di informazione e comunicazione (-94,65%). Hanno fatto da traino all’economia dell’Isola nel 2020 mezzi di trasporto (+116,79%), prodotti di attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (+79,29%), apparecchi elettrici (+19,47%). I dati sono dell’Osservatorio di Unioncamere Sicilia sull’andamento del commercio estero durante l’anno scorso.

Analizzando i numeri relativi all’export delle province si nota un balzo di +245,53%  su Caltanissetta, dove le variazioni positive sono determinate soprattutto dal boom di prodotti chimici, dal legno e prodotti di carta e stampa, da pesca ed acquacoltura e da pc e apparecchi elettronici. In terreno leggermente positivo anche Palermo, +23,47%, Ragusa e Trapani. Segnali negativi da Siracusa – 39,66%, Enna – 32,37%, Catania – 13,14%, ma anche Agrigento e Messina.

Con riferimento all’export della Sicilia per area geografica si registrano flessioni, sempre rispetto al 2019, nei vari continenti: -24,62% in Europa; -43,78% in Africa settentrionale; – 23,27% in America settentrionale;– 35,13% in Medio Oriente; – 21,91% in America centro-meridionale; – 51,29% in Oceania e altri territori; – 38,98% in Asia centrale. Unico dato positivo gli altri paesi africani con +41,21%. Nella classifica dei paesi collegata all’export della Sicilia le flessioni maggiori rispetto al 2019 riguardano la Francia – 10,25%; Stati Uniti -24,19%, Spagna -10,52%, -61,94% in Croazia; Algeria – 71,90%; Tunisia – 21,80%. Il dato della Croazia considera una caduta di esportazioni relative a prodotti petroliferi, alimentari, bevande e tabacco, macchinari, prodotti chimici, metalli di base, mezzi di trasporto, apparecchi elettrici e prodotti pesca e acquacoltura.

“Dopo un anno di emergenza sanitaria con la pandemia che ha condizionato ogni aspetto della nostra vita, non potevamo che attenderci questi dati negativi anche sul fronte delle esportazioni – spiega il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace – il dato del 2020 è una ulteriore mazzata non solo per l’export ma per l’intera economia siciliana. La mancata esportazione di una grossa percentuale di prodotti petroliferi, chimici, alimentari e apparecchi elettronici ha determinato un andamento fortemente negativo. Da mesi chiediamo attenzione per le imprese al governo nazionale, ma anche a quello regionale, la nostra economia ogni giorno rischia di collassare sempre di più”, conclude Pace. 

Com. Stam.

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