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Quella splendida, cadente magione

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L’horror, in un panorama veramente avaro di novità, si nutre soprattutto d’atmosfere. Quindi ben venga un film che, lungi dal proporre un plot seriamente in grado di sorprendere, contenga perlomeno un uso corretto e suggestivo della tecnica. Il messicano Guillermo del Toro oltre a coniugare qui le sue due anime – quella hollywoodiana di Blade II e del dittico di Hellboy e quella più personale de La spina del diavolo e Il labirinto del fauno – si serve egregiamente in questo frangente della fotografia a tinte forti del danese Dan Laustsen (già suo collaboratore per Mimic) e delle sontuose e decadenti scenografie di Thomas E. Sanders, ma anche le musiche di Fernando Velázquez e i costumi di Kate Hawley rivestono dei ruoli fondamentali per il notevole esito finale.
La trama, sceneggiata dal regista insieme al collega Matthew Robbins, riguarda un matrimonio fondato sull’inganno. Anzi, ribaltiamo un po’ la sinossi. Siamo probabilmente alla fine dell’Ottocento (si vede perfino una delle rarissime auto d’allora): l’industriale americano Carter Cushing (Jim Beaver) diffida dell’inventore inglese Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), che cerca finanziamenti per completare un macchinario per estrarre l’argilla rossa (la cui utilità è relativa). Costui, bollato subito come arrivista poco avvezzo al duro lavoro, viene liquidato con modi alquanto bruschi, tanto più che si è messo a corteggiare con subdola grazia la figlia del mancato benefattore, Edith (Mia Wasikowska), aspirante scrittrice incapace di instillare del sentimentalismo nei suoi scritti. Seguono un’interrotta fuga d’amore, un evento funesto e il trasferimento nella magione britannica – significativamente tendente a sprofondare – del neo-marito e della sua ambigua sorella Lucille (Jessica Chastain). Un disegno mostruoso si cela dietro tali eventi; quel che i consanguinei non sanno – ma lo spettatore sì, e sin dalle prime battute – è che la nuova arrivata ha delle (convenienti) doti di sensitiva…
Alcuni passaggi dello script sono trascurati (niente viaggi transoceanici) o banalizzati (l’omicidio in bagno non può certo essere preso per un incidente), però qualsiasi ammanco è compensato dal favoloso, rinsaldato talento visivo (munito di qualche salutare brivido) dell’autore. La sua ultima fatica, insomma, lascerà un segno più profondo rispetto alla precedente, l’ibrido fantascientifico Pacific Rim (dove recitava Charlie Hunnam, che stavolta interpreta il provvidenziale dottor McMichael, curioso di esoterismo). Quanto agli eccellenti Wasikowska, Hiddleston e Chastain, non si poteva scegliere meglio. E pensare che solo cinque anni fa non conoscevamo nessuno di loro.

Crimson Peak (id., USA/Canada, 2015) di Guillermo del Toro con Mia Wasikowska, Tom Hiddleston, Jessica Chastain, Jim Beaver, Charlie Hunnam

di Massimo Arciresi

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KKKKK
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