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Rischi biologici, cambia la gestione della pandemia ma il virus c’è sempre Una grande rete interforze lavora per gli scenari futuri

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Palermo  – Pandemia e rischio biologico, le strategie e il futuro del biocontenimento in Italia è tornato al centro del dibattito delle autorità civili e militari a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo, ieri 16 giugno 2022.

Ad introdurre la giornata di lavori il generale Giuseppe Ciniglio Appiani, a capo del Corpo sanitario dell’aereonautica militare italiana, e il generale Pietro Perelli, che guida l’Istituto di medicina aerospaziale.

Tutti concordano: è cambiata la gestione della pandemia ma il virus c’è ancora.

“Pensare che il covid non ci sia più è un atteggiamento miope rispetto alla realtà. E i numeri lo dimostrano” ha precisato il dirigente generale dell’assessorato regionale della Salute Mario La Rocca.

Per il futuro, due i pilastri da sviluppare ulteriormente per la gestione e il trasporto in biocontenimento dei pazienti affetti da malattia infettiva diffusiva: una rete di interforze completata con tutte le forze armate e la formazione dei soggetti coinvolti nella responsabilità e il trasporto in sicurezza del malato “a partire dalla svestizione che è la più critica delle procedure per il contatto dei sanitari con le superfici esterne” come ha spiegato il presidente dell’Omeo di Palermo, Toti Amato, consigliere della Fnomceo. “Una sfida che l’Ordine dei medici di Palermo ha vinto con prontezza nel 2019 con il progetto ministeriale Health Biosafety Training (HBT), accreditandosi oggi come centro di formazione permanente nazionale e internazionale sulle procedure di vestizione e svestizione in alto biocontenimento per addestrare tutti i soggetti interessati nella gestione di un’emergenza sanitaria, a prescindere dal covid”.

Inserito nel piano strategico operativo nazionale 2021-23, il format siciliano HBT simula gli scenari reali dei casi infettivi sospetti. Oggi rappresentano “un’eccellenza del nostro Paese, conoscenze che vanno disseminate tra la classe medica e sanitaria, da raccontare anche in contesti internazionali” ha detto il dirigente della Prevenzione del ministero della Salute Francesco Maraglino commentando i risultati ottenuti.

“Nel 2020 serviva prontezza operativa in un settore dove il servizio sanitario non poteva intervenire Amato. Oggi lavoriamo per essere pronti per qualunque rischio biologico futuro. Non ci siamo mai fermati, e stiamo proseguendo con un format ad hoc dedicato ai carabinieri impegnati sul fronte degli sbarchi a Lampedusa. Ne abbiamo già formati 300, che si aggiungono ai 13mila già addestrati, tra dirigenti e personale delle Aziende sanitarie regionali, della Seus 118 dell’Usmaf-Sasn del ministero della Salute, della Croce rossa, della polizia, carabinieri dei Nas, guardia costiera e capitaneria di porto”. “Il prossimo passo – ha detto Francesco Bongiorno, esperto in biocontenimento e coordinatore del progetto HBT e dell’evento – sarà la standardizzazione delle procedure in biocontenimento, attraverso esercitazioni reali interforze affinché si acquisisca una consolidata best practice a tutela del paziente e degli operatori sul campo”.

“Prima del 2015 – ha spiegato il colonnello Marco Lastilla, capo centro Aeromedico specialistico dell’Istituto di medicina aereospaziale – era impensabile trasportare pazienti infetti. Dal 2020 ad oggi ne abbiamo trasportati in sicurezza 500 in tutto il Paese”. Che si aggiungono ai 100 trasportati in biocontenimento tra la Sicilia e le altre regioni del Sud” come hanno rimarcato il direttore della centrale operativa 118 Palermo-Trapani Fabio Genco, e il medico rianimatore Marco Palmeri, oggi dirigente dell’assessorato regionale alla Salute.

Partito dalla Sicilia ma già applicato come format in tutte le Usmaf italiane per la qualità del percorso formativo, grazie anche alle simulazioni pratiche “la pandemia ha dato un motivo in più per lavorare sulla formazione grazie anche alla collaborazione dell’Ordine di Palermo. A breve ci sarà un aggiornamento e nuove circolari.  Stiamo anche già lavorando ad un protocollo d’intesa tra Omceo, Direzione generale della Prevenzione e Segretariato generale – ha annunciato il dirigente medico del Ministero della Salute Ulrico Angeloni.

La crisi pandemica come esperienza da mettere a frutto per il futuro. In linea anche il manager dell’Arnas Garibaldi di Catania, Fabrizio De Nicola: “A Catania, stiamo già realizzando un nuovo polo d’emergenza. Da settembre avremo una possibilità d’accesso fino a 20 pazienti.  Un polmone importante frutto di una programmazione dettata dall’esperienza concreta.

Tra i numerosi ospiti, hanno partecipato anche il presidente nazionale della Hospital & Clinical Risk Managers, Alberto Firenze; il Ceo della IN MM, Sabrina Menghini e il direttore regionale dell’USMAF SASN, Claudio Pulvirenti; dirigente responsabile Ufficio speciale comunicazione dell’assessorato regionale della Salute, Daniela Segreto; il commissario Covid di Palermo e provincia, Renato Costa.

Com. Stam./foto

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