Economia e Lavoro

Riscossione Sicilia, “Finanziaria dello stato o soluzione regionale”

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Per la Cisl, tertium non datur. O l’imminente legge finanziaria nazionale dispone il trasferimento all’Agenzia delle entrate, delle competenze e dei 700 dipendenti dell’istituto siciliano. O il pallino passa al governo della Regione. A cui tocca assumere l’iniziativa. Perché finora la società ha fatto fronte all’insufficienza di liquidità, non versando il riscosso all’erario regionale. Ma dietro l’angolo s’allunga lo spettro del default

O una norma nella Finanziaria dello Stato. O un nuovo progetto siciliano. Tertium non datur”. Così sul tema dei tributi e di Riscossione Sicilia, la Cisl siciliana e la federazione regionale Cisl di settore: First Sicilia e First Riscossione Sicilia. “Il governo regionale – scrive il sindacato – si faccia carico di una soluzione”: faccia sentire forte a Roma la voce dell’Isola perché nella Finanziaria che il Parlamento si accinge a discutere sia inserita una norma che trasferisca all’Agenzia delle entrate, Riscossione, le sue competenze e il suo personale. O, se Roma è sorda e distratta, “metta a punto, attraverso il confronto con le forze sociali, un nuovo progetto che assicuri efficienza operativa, tutela dei 700 dipendenti. E salvaguardia delle prerogative dell’Autonomia”. Per la Cisl, siamo al bivio. E non ci sono altre strade. “Riscossione – rileva il sindacato – è sull’orlo dell’insolvenza e a seguito di un contenzioso con l’istituto bancario che le garantiva, praticamente priva di linee di credito”. Ieri il governatore Musumeci parlando in Aula all’Ars ha informato, si legge nella nota Cisl, di un incontro con il ministro dell’Economia Giovanni Tria durante il quale è stato deciso di istituire un tavolo tecnico, a Roma, sul tema. Ma sono passati una decina di giorni da quell’incontro e, ha precisato lo stesso presidente, nulla ha preso forma. Ora, rimarca il sindacato ricordando un celebre monito che rimanda a Tito Livio ed è tragicamente iscritto nella storia recente di Palermo, “dum Romae consulitur Saguntum expugnatur”. Il rischio, in assenza di una via d’uscita, è che il sistema nell’Isola si blocchi. Precipiti rapidamente. Esploda. “Anche perché finora – aggiunge la Cisl – per fronteggiare le obbligazioni societarie, stipendi compresi, l’istituto ha fatto fronte all’insufficienza di liquidità non versando il riscosso all’erario regionale, per decine di milioni”. Una omissione dettata dalla disperazione. Che non può essere una soluzione. Che porterà con sé sanzioni milionarie. E con cui dovrà fare i conti “il nuovo cda che confidiamo il governo regionale insedi quanto prima”.Insomma, il sistema è al capolinea, ripete la Cisl. E “al governo della Regione chiediamo di assumere l’iniziativa. Noi siamo pronti a discutere e a confrontarci costruttivamente”. (ug)

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