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Romano (SIULP) Tiani (SIAP) esito incontro con il Ministro dell’Interno

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Nel pomeriggio di ieri, si è tenuto l’incontro con il Ministro dell’Interno, Pref. Matteo Piantedosi, a cui hanno partecipato anche i tre Sottosegretari On. Wanda Ferro, On. Nicola Molteni e On. Emanuele Prisco, nonché il Capo di Gabinetto del Ministro Pref. Maria Teresa Sempreviva. Il Dipartimento della P.S., era rappresentato dal Capo della Polizia, Prefetto Lamberto Giannini, dal Capo della Segreteria del Dipartimento Pref. Sergio Bracco e il Direttore delle Relazioni Sindacali V. Pref. Maria De Bartolomeis.

In apertura dei lavori il Ministro ha voluto esprimere, a nome del Governo, la gratitudine per il lavoro delle donne e degli uomini della Polizia di Stato, significando come essi rappresentino una componente del mondo del lavoro verso la quale è massima la sensibilità dell’esecutivo, che intende attribuire al tema della sicurezza una posizione centrale nell’agenda politica. 

Ha poi chiarito che, la mancata convocazione dei sindacati di polizia maggioritari per il confronto con il governo a Palazzo Chigi, previsto dalla legislazione vigente nell’ambito delle interlocuzioni con le parti sociali, propedeutiche all’emanazione della legge di stabilità, sia imputabile non già ad un disconoscimento del ruolo e delle prerogative delle rappresentanze sindacali della Polizia di Stato, quanto ai numerosissimi altri indifferibili incombenti impegni che il Governo si è trovato a dover affrontare nel corso del primo mese dal suo insediamento. 

Ha in tal senso assicurato che alle istanze del personale della Polizia di Stato dedicherà in prima persona una peculiare attenzione, rendendo strutturali i momenti di confronto come quello di ieri, atteso che il benessere di questa categoria di lavoratori sia la precondizione per riuscire a rendere più efficace il sistema della pubblica sicurezza. 

Quanto poi ai contenuti della legge finanziaria ha, con apprezzabile onestà intellettuale, chiarito che la quasi totalità delle risorse disponibili saranno assorbite dagli interventi necessari per la copertura della spesa previdenziale e per fronteggiare l’emergenza energetica, e che quindi non ci sono, allo stato, le condizioni per poter immaginare di dare avvio alla stagione del rinnovo contrattuale, ovvero per dare corso a riforme che richiedono stanziamenti onerosi. 

Ha quindi chiesto una apertura di credito impegnandosi personalmente a lavorare ad una progettualità di medio periodo per programmare interventi di natura strutturale sia sulle dotazioni che sugli organici, anche con strumenti normativi paralleli o ulteriori rispetto alla legge di bilancio. In tal senso ha sottolineato la piena disponibilità ad elaborare tutti quegli interventi, anche di carattere normativo, sia strutturali che per fronteggiare le emergenze in atto, che non richiedono risorse ovvero che l’impegno di spesa non comporta l’appostamento ingenti risorse.

SIULP e SIAP, nel comprendere come i tempi dettati dalla contingenza in corso abbiano impedito di rispettare il protocollo che prevede l’interlocuzione finalizzata alla stesura del testo della legge di stabilità, hanno spiegato come tale convocazione, lungi dall’essere un mero omaggio alla forma, si pone e va visto dal Governo, come un momento di sostanziale riconoscimento della legittimazione delle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, che nei fatti finiscono per essere il punto di riferimento per i lavoratori dell’intero Comparto. Ciò anche in ragione del regime speciale che non consente le piene libertà sindacali e che quindi fa registrare l’assenza di altri corpi intermedi, come le Confederazioni rappresentative del resto del mondo del lavoro, in grado di valorizzare le esigenze peculiari di questo Comparto. Ragione per la quale hanno auspicato che, per il futuro, tale ruolo sia puntualmente riconosciuto, perché diversamente l’unica strada percorribile sarà quella di accelerare il percorso per abbattere il vincolo normativo ostativo alle piene libertà sindacali per portare al tavolo del confronto tra le parti sociali anche gli interessi dei poliziotti.

Entrando nel merito delle questioni introdotte dal Ministro, ribadendo la centralità del rinnovo del contratto di lavoro, hanno evidenziato la necessità che, nelle more del reperimento delle corpose risorse da impegnare per il rinnovo contrattuale, sia urgente affrontare altri dossier la cui definizione è compatibile con le pur ridotte dotazioni a disposizione, in quanto non onerose o facilmente finanziabili. Primo tra i quali quello relativo alla c.d. previdenza dedicata, già integralmente finanziata fino all’anno 2024, per la quale occorre solamente finalizzare i decreti attuativi in modo da renderla immediatamente operativa. Come altre priorità sono state indicate la tutela legale e sanitaria, il percorso per la definizione delle quali è stato sì avviato, ma necessita di essere implementato. Sul fronte della drammatica situazione degli organici è stata poi rappresentata in primo luogo l’esigenza di adattare il sistema formativo attraverso l’adozione di un vero e proprio piano Marshal, perché altrimenti, quando pure dovessero essere appostati corposi stanziamenti per l’assunzione delle decine di migliaia di unità necessarie a garantire l’integrale reintegro dei pensionamenti, si finirebbe per impattare contro l’ostacolo rappresentato dalla limitata ricettività degli istituti di formazione. 

Alla drammatica deriva del ruolo degli ispettori è stata poi dedicata, con determinata franchezza, un’approfondita disamina, esortando il Ministro a farsi interprete di una criticità che riguarda soprattutto la stessa Amministrazione, posto che il rischio, sempre più concreto, è che venga meno l’essenziale componente che funge da catena di trasmissione tra le direttive del vertice e chi è deputato a darne esecuzione. 

E proprio per scongiurare questo pericolo sono stati indicati due interventi che possono offrire una prima risposta a fronte di una contenuta esposizione di spesa:  primo tra i quali l’allungamento, su base esclusivamente volontaria, fino a due anni oltre il limite ordinamentale oggi vigente, dell’età pensionabile degli appartenenti al ruolo degli ispettori, nonché lo scorrimento di tutte le graduatorie dei concorsi, compreso quello per Vice Commissario riservato alla qualifica apicali del ruolo degli Ispettori;  secondariamente, il conferimento, con un atto normativo ad hoc, al Ministro dell’Interno e/o al Capo della Polizia, del potere di semplificare le procedure dei concorsi interni laddove lo richiedano situazioni emergenziali quali, per

l’appunto, quella che riguarda il ruolo degli Ispettori. 

Una semplificazione invocata, in particolare, per il concorso interno in atto a 1141 posti da Vice Ispettore, che con l’eliminazione della prova orale in combinazione con l’ampiamento della graduatoria a ricomprendere tutti gli idonei alla prova scritta darebbe una vitale iniezione di ossigeno ad un ruolo altrimenti condannato al soffocamento. 

Più in generale la richiesta formulata è stata quella di lavorare ad una effettiva perequazione ordinamentale, oggi meramente apparente, come dimostra la possibilità per le altre Forze di Polizia ad ordinamento militare, di poter usufruire dell’ausiliaria, prolungando sino a cinque anni, su base volontaria, la permanenza in servizio, consentendo così di avere una maggiore concentrazione di qualifiche medio-alte in servizio, senza per questo bloccare i concorsi per l’accesso a quelle qualifiche, corroborando altresì alla determinazione della retribuzione media che risulta estremamente avvantaggiata. Possibilità questa, come pocanzi richiamato, negata agli appartenenti al ruolo degli ispettori della Polizia di Stato, anche solo per due anni, con grave nocumento sulla retribuzione media della nostra Amministrazione. Ne è la riprova la notevole differenza del reddito medio di amministrazione, che vede la Polizia di Stato arrancare a significativa distanza dalle altre consorelle proprio a causa del vuoto organico nelle qualifiche superiori dei ruoli intermedi, e che si traduce in una penalizzante suddivisione delle risorse contrattuali. Ragioni per cui abbiamo rivendicato di ottenere una nuova delega, per correttivi tecnici al riordino delle carriere e delle funzioni, che ci consenta la possibilità di intervenire e sanare alcune delle problematiche emerse nella prima fase applicativa che tanto disagio sta creando al personale da noi rappresentato.

Quanto poi allo spinoso argomento del tavolo contrattuale della dirigenza, aperto da oltre cinque anni e che ancora non è possibile chiudere per la mancata alimentazione dei fondi necessari e per una bizzarra interpretazione informalmente data al Dicastero dell’Economia, si è lamentata la mortificante lesione alla dignità di professionisti altamente qualificati che, assumendosi ogni giorno delicate responsabilità anche sul piano civilistico ed erariale, meriterebbero sicuramente miglior sorte.

Il Ministro in chiusura, nell’apprezzare la concretezza, equilibrio e visione dei temi connessi alla sicurezza e ai diritti di tutto il personale, da parte dei sindacati maggioritari, ha assunto l’impegno di incontri frequenti con i sindacati all’insegna della concretezza e programmazione, anche per ciò che attiene al previsto confronto diretto con il Presidente del Consiglio come previsto dalla legge. L’ultimo spunto alla riflessione proposta, non certo perché meno importante, ha riguardato gli inaccettabili disservizi provocati dalla gestione di NoiPa, che a distanza di quasi un anno dalla firma del contratto di lavoro ancora non è riuscita ad allineare tutte le partite stipendiali ed a corrispondere i previsti arretrati, arrecando un irreparabile danno alla credibilità delle relazioni sindacali ed all’autorevolezza del Governo e della stessa Amministrazione. 

Con altrettanta determinazione è stata posta l’attenzione sul percorso previdenziale riservato ai poliziotti. In merito, nonostante le numerose sollecitazioni delle scriventi OO.SS. e del fatto che le altre Amministrazioni del Comparto hanno già operato in tal senso, ottenendo un punto di riferimento per la propria utenza presso l’INPS con cui interfacciarsi per le problematiche incontrate nella definizione della propria pensione, il Dipartimento della P.S. non ha ancora dato corso ad analoga situazione. In merito si segnala che il Signor Capo della Polizia, ha partecipato che sono in atto interlocuzioni con l’INPS e gli Enti interessati al fine di costituire quanto prima anche per gli appartenenti alla Polizia di Stato, un polo previdenziale presso l’INPS a cui potersi rivolgere per tutte le esigenze necessarie alla definizione della propria posizione previdenziale. Il Ministro, nel prendere atto delle osservazioni formulate, pur mantenendo un approccio ispirato a comprensibile cautela, si è da un lato riservato di approfondire le questioni poste alla sua attenzione, dando comunque segnali di apertura e disponibilità in particolare per quel che concerne la situazione del ruolo degli Ispettori e delle questioni concorsuali, ha riconosciuto la sussistenza dei profili di gravità e priorità rispetto agli argomenti che gli sono stati rappresentati.

Ha quindi chiesto di aggiornare la discussione ad un prossimo momento di incontro che ha immaginato potrebbe essere calendarizzato già prima delle festività natalizie, onde poter fornire una prima serie di risposte agli stimoli ricevuti. 

Attendiamo ora di verificare quale sarà il riscontro che l’esecutivo restituirà in ordine alle nostre rivendicazioni. Allo stato, sia per l’inedito positivo approccio che ci è stato riservato, sia per la convinta disponibilità del Ministro ad intrattenere una interlocuzione continuativa, possiamo ritenere soddisfacente l’esito di questo primo momento di confronto che, auspichiamo, porti a risoluzioni concrete e, laddove possibile, anche immediate.

Com. Stam.

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