Spettacoli

Scena Nostra allo Spazio Franco di Palermo: Replica straordinaria di Totò e Vicé di Franco Scaldati regia di Giuseppe Cutino

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Grazie al gran successo di pubblico che ha esaurito tutti i biglietti a disposizione del terzo appuntamento di SCENA NOSTRA- il cuore oltre gli ostacoli  ,

il focus che lo Spazio Franco dei Cantieri Culturali alla Zisa, dedica alla scena contemporanea, organizziamo una  replica straordinaria DOMANI – DOMENICA 27 febbraio h 21.15 dello spettacolo TOTÒ e VICÉ   nuova regia del regista Giuseppe Cutino che cura un’inedita messa in scena di uno dei testi più importanti del compianto autore palermitano Franco Scaldati, con un cast d’eccezione composto da Rosario Palazzolo e Anton Giulio Pandolfo impreziosendosi per questo particolare allestimento con la presenza in scena di Egle Mazzamuto, cantante e attrice di lungo corso proprio di Scaldati e di Sabrina Petyx che proveranno a restituire l’aspetto musicale dell’opera che per l’occasione diventa un operina musicata per ombre e voci grazie al contributo dei musicisti Maurizio Curcio e Pier Paolo Petta. 

TOTÒ E VICÉ allo Spazio Franco  Il regista Giuseppe Cutino mette in scena uno dei testi più noti di Franco Scaldati

Proseguono a buon ritmo e con un buon seguito di pubblico le attività dello Spazio Franco dei Cantieri Culturali alla Zisa che si dimostra una fucina di creatività e produzione artistica di livello nazionale capace di coniugare la qualità delle proprie proposte con il giusto merito e il dovuto riconoscimento dato alle migliori espressioni della scena contemporanea siciliana e non solo.  La rassegna SCENA NOSTRA- il cuore oltre agli ostacoli continua spedita nella sua programmazione e attira l’attenzione degli artisti e degli operatori culturali di tutta Italia, se è vero che sono sempre di più le realtà della scena nazionale che proponendosi, la riconoscono come una tra le migliori realtà dedite al teatro contemporaneo presenti sul territorio siciliano.

Lo Spazio Franco però è innanzitutto un laboratorio per la creazione contemporanea che accoglie artisti e compagnie fornendo loro dei percorsi di residenza artistica strutturati e dedicati, al fine di sviluppare progetti artistici inediti e allestimenti di nuove produzioni: il programma di Scena Nostra infatti, è composto per la sua metà da progetti nati proprio allo Spazio Franco ed è questo un elemento di enorme valore culturale se teniamo in considerazione la natura indipendente dello stesso che, pur non ricevendo alcun tipo di finanziamento pubblico  per la programmazione e per la produzione, è capace di valorizzare il proprio potenziale in ascolto con quello degli artisti e delle numerose realtà produttive che lo attraversano, rendendo virtuose le collaborazioni e i processi creativi in atto.

Emblematico di tale progettualità culturale é il caso dello spettacolo TOTÒ E VICÉ, tra i più importanti testi del compianto drammaturgo palermitano Franco Scaldati, che sarà in replica sabato 26 e domenica 27 febbraio (h 21.15), perla regia di Giuseppe Cutino con un cast d’eccezione composto da Rosario Palazzolo e AntonGiulio Pandolfo, nel ruolo dei due protagonisti, da Egle Mazzamuto e Sabrina Petyx che allargano la visione poetica dell’opera scaldatiana per una messa in scena che diventa un’operina musicale per ombre e voci valorizzando l’anima musicale e armonica del testo, grazie anche alla presenza in scena dei musicisti Maurizio Curcio e PierPaolo Petta. Una produzione che nasce, per l’appunto, in residenza allo Spazio Franco grazie ad una proficua collaborazione tra Acti-Teatri Indipendenti di Torino, Babel di Palermo, La Compagnia dell’Arpa di Enna e l’associazione Energie AlterNative ed arriva per la prima volta a Palermo dopo aver debuttato in Anteprima alle ultime Orestiadi di Gibellina.

Totò  e Vicé sono due tra i più straordinari personaggi dell’universo di Franco Scaldati: nati e vissuti in un tempo altro, legati nell’anima da un’amicizia reciproca e assoluta, vivono di frammenti di sogni, sempre in bilico tra terra e cielo, in un tempo imprendibile, in una Palermo dalla notte eterna, dove passato e futuro coincidono in un presente infinito; Totò e Vicèsi alimentano l’un l’altro, perché solo se sono in due, solo se sono loro due possono riuscire ad essere. Un testo poetico e commovente che offre innumerevoli spunti per riaffermare che il miraggio esiste: il miraggio di un teatro, il vero teatro, quello che ti toglie il fiato con un nulla; il teatro che non distingue tra i vivi e i morti; il teatro che ti sfugge di mano e ti insegna il mistero dell’amore. Totò e Vicè sono creature senza tempo, sconcertate e sconfinate, che vagano tra memoria e sogno, in una notte magica. Si muovono come due nomadi, due che sono uno, che sono tutti, che sono il mondo, che sono nessuno. Perché Totò e Vicèsiamo noi, con i nostri dubbi, le nostre incertezze, la nostra vita e le nostre morti. E mai come oggi questo testo si riafferma per la sua contemporaneità e la sua necessità.

NOTE di REGIA                                                                                                                              di Giuseppe Cutino

Totò e Vicè è il teatro che mette in scena quella umanità che vive sempre in penombra ma sulla scena mostra l’insopportabile luce della felicità, che fa sembrare logora ed effimera la realtà che ti circonda. Una realtà che oggi più che mai ha la necessità di riappropriarsi della spiritualità della morte.

In questo tempo empio, effimero, d’individualismo e competitività; in questo tempo pandemico pieno di solitudini divorate dalla paura e di morti fagocitate dall’isolamento; in questa epoca terribile e lancinante, questi reietti affermano il loro esistere attraverso l’altro; sono il confronto che vive in una doppia identità, sovrapponibile e contraria, poetica e prosaica, ma che lascia respirare nello spazio la poesia surreale dei dialoghi; le domande dell’uno restano sospese, senza risposta, quasi in poeticissima attesa delle domande dell’altro e vivono senza sovrapporsi, senza elidersi reciprocamente dai piani della realtà, del sogno, della morte. Totò e Vicèsono il nostro tempo visto come attraverso gli occhi di un bambino; solo loro possono ancora farci scoprire vivi, solo loro possono indicarci la via per riappropriarci della nostra umanità perduta.

È una ardua scommessa quella di volere reinventare il mondo e la poetica di Franco Scaldati, uno dei più grandi autori del 900; ma essere di Palermo, vivere in questa città così piena di contraddizioni e così vivifica per gli artisti, ci ha smosso dall’interno questa necessità. Con umiltà ci accostiamo al Maestro per prenderne le distanze e riuscire, attraverso la nostra poetica e la costruzione delle Sue parole, ad unire mondi all’apparenza distanti ma i cui confini sono così labili da potere essere varcati con un semplice soffio.

Produzione  ACTI Teatri Indipendenti – Babel  

Con Associazione Energie Alter-native

In collaborazione con Spazio Franco e Compagnia dell’Arpa

DOVE:

SPAZIO FRANCO – Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo

Via Paolo Gili, 4

Com. Stam.

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